Ecco gli ultimi sentiment sulle elezioni regionali

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Venerdì 25 ottobre 2010

Finalmente si vota. Le Regionali sono un test politico per la maggioranza e le opposizioni. Fiducioso il Centrodestra nelle sfide chiave di Piemonte e Lazio. Pd quasi sicuro di vincere in Puglia e in Liguria. Tra i partiti si attende il boom della Lega, paura nel Pdl. Bersani spera di strappare qualche consenso a Di Pietro. Nell’Udc c’è preoccupazione, poche chance per comunisti e Verdi

Ci siamo. Dopo una campagna elettorale basata più su veleni e intercettazioni che sui programmi, si vota. Si tratta di elezioni regionali e amministrative ma la valenza politica della consultazione non sfugge a nessuno. Anche perché, salvo colpi di scena, poi fino al 2013 non ci saranno più appuntamenti rilevanti con le urne. Un test quindi per la maggioranza e i suoi equilibri interni e anche per le opposizioni. Nelle ultimissime ore è cresciuto l’ottimismo del Cavaliere e dei massimi vertici del Popolo della Libertà. Il sentiment che si respira nel Centrodestra è positivo sull’esito del voto. Contestualmente, nonostante le dichiarazioni ufficiali, si percepisce un po’ di preoccupazione nel quartier generale del Partito Democratico. Silvio Berlusconi è convinto che non ci sarà l’effetto Francia e che quindi l’astensionismo non penalizzerà il Pdl come è stato per l’Ump di Nicolas Sarkozy.

Gli occhi sono tutti puntati sul Lazio, dove a Roma e provincia non c’è la lista del principale partito italiano, a causa della mancata presentazione delle firme. Ed è qui che i dirigenti locali del Popolo della Libertà, nelle loro conversazioni private, sono praticamente certi che l’operazione di trasferimento dei voti direttamente su Renata Polverini stia funzionando. In sostanza gli elettori del Pdl, privi della propria forza politica (almeno nella capitale) si sarebbero convinti a votare direttamente la numero uno dell’Ugl, stando alle impressioni raccolte in ambienti della maggioranza. Un certo nervosismo invece si respira nel quartier generale del Pd e della leader radicale. Decisivo, forse, potrebbe essere l’appello al voto contro l’aborto dei vescovi. L’elettorato cattolico insomma potrebbe risultare determinante. E il premier incrocia le dita.

Ottimismo anche tra lo stato maggiore della Lega Nord per l’esito della consultazione in Piemonte. Roberto Cota, candidato del Carroccio e del Pdl, è convinto di avere la vittoria a portata di mano e di poter sconfiggere la presidente uscente del Pd, Mercedes Bresso, anche a causa della difficoltà degli elettori centristi di sostenere una candidata appoggiata dai Radicali e che storicamente è stata molto vicina a posizione laiciste (vedi la RU486). Le due Regioni chiave di questa competizione elettorale, appunto il Lazio e il Piemonte, suscistano quindi ottimismo nel Centrodestra e preoccupazione crescente nel Pd. C’è invece una moderata sicurezza di conservare la guida della Liguria da parte del Partito Democratico con Claudio Burlando. Difficile, ma non impossibile, la rimonta di Sandro Biasotti, stando al sentiment che si respira a Genova e non solo.
Convinto di vincere è anche Nichi Vendola in Puglia, dove sarà determinante – probabilmente – la corsa solitaria di Adriana Poli Bortone appoggiata dall’Udc. Pochissime le chance di Rocco Palese del Pdl, che però nelle ultimissime ore avrebbe ritrovato un po’ di ottimismo. E l’ex presidente della Regione, il ministro pugliese Raffaele Fitto non esclude un clamoroso colpo di scena. Il voto nelle altre Regioni sembra scontato.
A Pdl e Lega la Lombardia (con Roberto Formigoni) e il Veneto (con Luca Zaia). Al Centrodestra anche la Campania con Stefano Caldoro e la Calabria con Giuseppe Scopelliti, almeno secondo le previsioni dei politici di destra e di sinistra. Così come sarebbero sicure per il Pd e gli alleati la riconferma in Emilia Romagna (con l’uscente Vasco Errani), Toscana (con Enrico Rossi), Umbria (con Catiuscia Marini), Marche (con Gian Mario Spacca)     Basilicata (con Vito De Filippo). Tra i partiti è sempre più alto il livello di ottimismo nel Carroccio. Umberto Bossi è sicuro di superare il Pdl di una decina di punti circa in Veneto, diventando il primo partito nettamente della Regione. E di salire notevolmente in Lombardia, superando i Democratici. Ma l’ascesa leghista – stando al sentiment che si respira in Via Bellerio – ci sarà anche in Piemonte, Liguria e perfino nelle terre rosse come l’Emilia Romagna, forse un po’ meno la Toscana e un po’ di più le Marche e l’Umbria. Il Popolo della Libertà è preoccupato al Nord di vedere un calo del proprio consenso a favore dell’alleato padano.

Nel Centrosinistra il Partito Democratico spera di riconquistare una parte di elettori che alle Europee dello scorso anno aveva scelto l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Quest’ultimo difficilmente potrà bissare il record del giugno 2009. Grandi aspettative per Sinistra Ecologia Libertà di Vendola, il quale è convinto di ottenere più voti della lista comunista Prc-Pdci e di poter candidarsi ad essere uno dei futuri leader della sinistra italiana. Preoccupazione tra i vertici dell’Udc. Il bipolarismo è ormai un punto fermo per gli italiani e i centristi di Pierferdinando Casini temono di venire schiacciati tra i due blocchi e subire un ridimensionamento, senza essere determinanti dove hanno scelto di schierarsi (ad esempio con il Pd in Piemonte e con il Centrodestra nel Lazio). Attenzione al Movimento a 5 Stelle di Beppe Grillo, non sono escluse sorprese e potrebbe pescare nell’elettorato dipietrista. Pochissime chance di avere consiglieri regionali per la Federazione dei Verdi di Angelo Bonelli.

 

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