Editoriale – La storia italiana chiama di nuovo i cattolici

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di Sergio Bindi

Roma, 28 ottobre – Sempre peggio. Sì, lo spettacolo offerto dall’attuale politica è, ad un tempo, desolante e preoccupante, Desolante per la guerra di “tutti contro tutti”, per un PD e un Pdl, privi di radici,colpiti da implosioni , da lotte interne; per il tentativo di costituire un centro solo per meri motivi di potere, non per una stessa idealità, ma cosa ci può essere in comune tra gli ex-dc di Casini e gli ex-estremisti di destra di Fini, un Fini oltretutto improvvisatosi laicista?
Preoccupante perché il Paese appare allo sbando, senza più punti di riferimento, con una situazione sociale al limite della sopportazione  e con una classe dirigente che si delegittima a vicenda e ignora l’assalto che viene portato all’Unione Europea e alla sua moneta per disgregarle, per far ancora trionfare, con il suo  fardello di crisi, l’economia finanziaria su quella reale.
Si sta, infatti, svolgendo, a livello globale, una partita senza esclusione di colpi per ribadire che è il dollaro la moneta di riferimento. La Cina, che ha in cassa molto del debito pubblico americano, potrebbe anche essere interessata, ma pone condizioni troppo pesanti per essere accettate e, quindi, sta a guardare. Noi europei ci beiamo dell’euro forte, ma dimentichiamo che è solo un cambio che, poi, viene smentito dalla realtà perché quando acquistiamo merce dalle molte aree extraeuropee ci sobbarchiamo anche il costo del trasporto. Un trasporto sul quale incide il prezzo del petrolio che si fa in dollari e se aumenta il costo di questa fondamentale materia prima ecco che, di fatto, il nostro cambio va a farsi benedire e, in realtà, paghiamo molto più il dollaro di quel che appare dai bollettini-cambio delle banche. Ai petrolieri texani, infatti, basta alzare i prezzi del greggio per tutelare al meglio gli interessi americani. Ho voluto fare solo un esempio significativo, ma  ci sono anche altre vie, altri sistemi per danneggiare  un’Europa sempre più divisa e con l’illusione della Germania di vincerla da sola la battaglia delle monete.
I nostri politici sono, però, fuori  da queste problematiche, solo il ministro Tremonti ne mastica e, non a caso, dalla riunione dei ministri finanziari a Washington ha denunciato il gioco sporco delle banche non italiane e, poi, ha tenuto duro sui conti anche dinnanzi alle proteste dei suoi ministri, proprio per reggere meglio la nuova tempesta finanziaria che si profila all’orizzonte. E, probabilmente, negli States avrà  anche appreso la buona notizia che  gli americani non intenderebbero infierire sul nostro Paese ritenuto indispensabile nel bacino mediterraneo. Il guaio è che l’attuale politica italiana non sembra rendersene conto e va allegramente incontro al suo naufragio.
Non a caso sia da Papa Ratzinger, sia dal presidente dei vescovi, cardinal Bagnasco, arrivano di continuo messaggi  su  come superare l’attuale fase. Il silenzio della classe dirigente, in proposito, appare, però, assordante. Da qui l’appello di Benedetto XVI°  affinché ” sorga una nuova generazione di cattolici, persone interiormente rinnovate che si impegnino nell’attività politica senza complessi di inferiorità”. Persone, “aliene dall’egoismo, dalla cupidigia dei beni e dalla bramosia di carriera e, invece, coerenti con la fede professata….capaci di assumere responsabilità pubbliche con competenza professionale e spirito di servizio”.
E’ sui valori irrinunciabili che – spiega il cardinal Bagnasco –  si può realizzare l’unità politica dei cattolici” perché “ su questa linea  si gioca il confine dell’umano”, ossia  sulla “difesa della vita dal concepimento alla morte naturale”, sulla “famiglia come cellula fondamentale e ineguagliabile della società, formata da uomo e donna e fondata sul matrimonio” e sulla “libertà religiosa ed educativa” ed ogni altro valore, “necessario per il bene della persona e della società- come il lavoro, la casa, la salute, l’inclusione sociale,la sicurezza, le diverse provvidenze, la pace e l’ ambiente – germoglia e prende linfa da questi”.
Dunque, non un partito di cattolici, l’esperienza della DC è irrepetibile, ma cattolici che, in Parlamento, si ritrovano nella difesa dei valori. Rare volte ciò è avvenuto ed è evidente che per Papa Ratzinger  sia indispensabile un cambiamento  grazie ad “una nuova generazione di cattolici” impegnata in politica. Ammette il Pontefice che “tale presenza non si improvvisa” e rimane “un obiettivo a cui deve tendere di formazione intellettuale e morale”. Eventi come la Settimana Sociale dei Cattolici apertasi a Reggio Calabria servono anche a questo. E per fortuna, sul territorio, esiste  già   parte di quella classe dirigente indicata dalla Chiesa. Ci sono, localmente, “eccellenze” dimenticate, spesso volutamente, dalla politica, stanno emergendo giovani  di grande livello. Da qui si può partire per una nuova stagione politica che si basi sul cambiamento positivo, sulla discontinuità con un passato legato a vecchi superati schemi  e sul rispetto di valori che, indicati dalla Gerarchia, sono però profondamente laici. E gli unici che possano garantire uno sviluppo integrale dell’uomo. Come già nell’immediato dopoguerra i cattolici seppero essere tra i promotori della ricostruzione d’Italia,  possono e debbono essere, quindi, oggi i protagonisti di un suo nuovo rinascimento. Sì, perché la storia ci chiama all’appello, di nuovo, proprio i cattolici italiani.

 

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