Francesco e Donald: una mezz’ora decisiva per la pace nel mondo?  

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Un incontro tra il “formale” e “l’Informale” con Francesco serio, senza un accenno al suo solito sorriso e Donald con il viso tirato, le spalle dritte quasi ingessate. Un incontro che potrebbe aver dato più di quanto sia apparso.

Quella mezz’ora può essere stata decisiva per la pace nel mondo tra Papa Francesco e Donald Trump.

Colloquio a due, riservatissimo, ma con il presidente Usa che, all’inizio dell’incontro, ha detto “è un così grande onore”, per significativamente aggiungere al commiato :”non dimenticherò le sue parole.” Dunque, un impegno preciso, non una vaga frase di circostanza, dimostrazione di quanto Francesco abbia saputo incidere anche  sull’uomo considerato il più potente del mondo, che, certo, ha tratto  anche un grande ritorno d’immagine dalla visita in Vaticano, aiutato, in questo, anche dalla moglie, cattolica, e dalla figlia, molto apprezzate per la loro non vistosa eleganza e  per un impegno sociale umanitario, la prima tra i piccoli malati del Bambin Gesù, la seconda lì a solidarizzare, anche promettendo aiuti concreti, con  un gruppo di nigeriane salvate dai loro aguzzini ed accolte nella Comunità di Sant’Egidio a Roma.

Di quell’importante mezz’ora non sono filtrate indiscrezioni, solo qualche spiffero americano come quello che Trump avrebbe promesso di lanciare al G7 di Taormina la proposta di un nuovo “Piano Marshall” a favore dell’Africa per fermare l’esodo quasi biblico da quelle terre verso l’Europa, piano alimentato anche dall’Ue, da Russia e Cina, oltre ovviamente e sostanzialmente dagli States. Questo accompagnato dal rilancio di una iniziativa di pace  nelle aree tormentate dalla guerra  e, quindi, dalla ricostruzione  ad iniziare dalla Siria grazie, appunto, al “piano” al quale, in Italia, aveva accennato Silvio Berlusconi, forse informato dai suoi amici americani.

Vedremo presto se questo spiffero ha qualche fondamento o si riferisce ad un’idea che dovrà essere meglio definita. Di certo c’è che Papa Francesco avrà insistito su tre punti fondamentali: la lotta alla povertà per una vera giustizia sociale, l’impegno a favore della pace e la difesa della “casa comune”, ossia dell’ambiente. Probabilmente avrà sinteticamente illustrato il “nuovo umanesimo”  delineato dall’Enciclica “Laudato SI’” e  quel trumpiano “non dimenticherò le sue parole” è un segnale estremamente positivo, confermando che il presidente Usa è, in realtà, diverso da come lo descrivono taluni critici  come ha dimostrato anche nei recentissimi incontri   prima con il leader israeliano e, poi, con quello palestinese.

La stessa quasi ossessiva ricerca di alcuni mass media  di immagini che dimostrerebbero una freddezza di rapporti tra Trump e la First Lady, che addirittura rifiuterebbe la mano tesa del marito, non è solo gossip malato, ma anche un supporto, voluto o no, al tentativo degli orfani della Clinton  di denigrare il nuovo inatteso (ma non da tutti) inquilino della Casa Bianca. Egualmente risibile è la sottolineatura, fatta da qualche personaggio di sinistra in TV, di una differenza visiva tra un Papa Francesco serioso e di un Trump e familiari sorridenti  in una foto di gruppo, dimenticando tutte le altre fasi dell’udienza, persino con la scherzosa battuta papale  su cosa la first lady dia da mangiare al marito.  Che ieri in Vaticano, con l’emozione visibile di un incontro tanto voluto   e, soprattutto, con la significativa frase finale, ha dato una positiva immagine di sé, impartendo una lezione a chi lo irride.

La sua visita a Roma, conclusa con gli incontri con il Capo dello Stato e, poi, con il premier Gentiloni è stata, indubbiamente, un successo che, probabilmente, gli avrà fatto recuperare consensi in patria. Certamente, comunque, il successo maggiore è stato per Papa Francesco  che si è confermato d’essere il capo spirituale del mondo, al quale anche i potenti della Terra rendono omaggio  e del quale non dimenticano le parole.