GLI INDUSTRIALI SCELGONO BONOMI E SI CANDIDANO A GUIDARE LA RICOSTRUZIONECON UNA POLIICA INCAPACE

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Questa volta scendono in campo davvero gli industriali italiani, stanchi di una politica fallimentare e designano a Presidente di Confindustria Luca Bonomi, che presiede l’Assolombarda ed è uno dei più battaglieri tra i big degli imprenditori. L’aveva dimostrato con interviste e dichiarazioni nelle quali diceva pane al pane e vino al vino, quasi sfidando, a volte, i politici ad operare. L’aveva fatto, in particolare nell’Assemblea della sua associazione il 3 ottobre dell’anno scorso quando, presente il Capo dello Stato Mattarella aveva rivolto qualcosa di più di un appello al premier Conte, anch’egli in sala, di far ripartire l’Italia: “Questa volta stupiteci” aveva detto a mò di sfida.
Ad ascoltare altri suoi interventi, compreso quello recente dal simposium di Davos e, soprattutto, quello pronunciato oggi a porte chiuse dopo la designazione, lo stupore attuale è di tutt’altro genere nei confronti del governo e dell’attuale classe politica “che mi sembra -ha detto- molto smarrita, in questo momento, che non ha idea della strada che deve percorrere il nostro Paese:”
Come se non bastasse ecco due pesanti accuse, la seconda esplicitamente nei confronti del governo. La prima : “”La politica ci ha esposto ad un pregiudizio fortemente anti-industriale che sta tornando in maniera importanza in questo Paese”: “Non pensavo – ha aggiunto riferendosi alla richiesta confindustriale di riaprire le aziende- di sentire ancora l’ingiuria che le imprese sono indifferenti alla vita dei propri collaboratori. Sentire certe affermazioni da parte del sindacato mi ha colpito profondamente. Credo che dobbiamo rispondere con assoluta fermezza:”
La seconda: “credo che la strada di far indebitare le imprese non sia la strada giusta. I tempi di accesso alla liquidità non sono neanche immediati per le nostre imprese. Il tempo deve essere rapido, veloce. Non possiamo permetterci di perderne ancora”. Quindi l’affondo: “bisogna “riprendere le produzioni che danno reddito e lavoro, non certo lo Stato, come padre che dispensa favori e prebende e che di certo non ha le risorse per farlo.”
Ed ancora: “per affrontare con la massima chiarezza ed energia la sfida tremenda che abbiamo davanti ma noi dobbiamo continuare a portare la posizione di Confindustria su tutti i tavoli necessari rispetto ad una classe politica smarrita e che non ha idea della strada da prendere”.
Infine le sciabolate finali: “Ci sarà bisogno di tutti :Insieme dobbiamo cambiare l’Italia. Abbiamo la grande occasione, in un momento molto drammatico, di fare quelle modifiche strutturali che il Paese ha bisogno.”
Più chiaro di così non poteva essere Carlo Bonomi, 54 anni, di Crema, “metodico, minuzioso, tifoso dell’Inter e con la passione per le immersioni, come lo descrivono gli amici, imprenditore nel settore biomedicale, amante della musica anni ’80 e della cucina genuina e grande fruitore di cinema, persino regalando -come spiega Massimo Lapenda sull’Ansa-, la visione di pellicole in anteprima ai suoi collaboratori.
Quale sia il suo obiettivo indirettamente lo rivela il presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonetti che, nel fargli gli auguri e garantirgli il massimo sostegno nell’ affrontare e vincere le molte sfide che ha davanti, ha scritto: con Bonomi l’industria italiana inizia una nuova stagione all’insegna del cambiamento” per “contribuire a risollevare le sorti del nostro Paese”
Ho l’impressione che dallo “stupiscici”, rivolto invano al premier Conte, si stia passando al “facciamo noi”.