I TOPONIMI DELLA COSTA OLBIESE

Standard

 

Leggo su La Nuova Sardegna di una proposta sardista, accolta dall’Amministrazione comunale di Olbia circa uno studio per la riscoperta dei toponimi storici della costa olbiese. Questo studio che si sarebbe concluso dopo un anno di assiduo e proficuo lavoro, avrebbe fruttato il brillante risultato della resurrezione di ben 360 siti da restituire i loro nomi originali e, quindi, da mettere nero su bianco su nuovi cartelloni turistici e relative frecce indicative.

Se l’attuale momento non fosse tragico per la grave situazione economica che il Paese sta attraversando, dalla quale, credo, neppure Olbia sia immune, potrebbe strappare qualche sorriso e, magari mi verrebbe pure qualche vecchio detto gallurese, così, tanto per stare in tono ( mi si scusi per l’uso della lingua originale): “ca no ha nudda di fa polta la jatta a pittinà” (chi non ha nulla da fare si mette a pettinare il gatto). Mi scusino gli amministratori. Vorrei anche aggiungere ancora in vernacolo: poiché “ nisciunu faci nudda pa nudda” (nessuno fa nulla per niente), suppongo che questo giochetto, durato un anno, sia costato qualche euro, perché no, la costituzione di una apposita Commissione con chissà quante riunioni. Questo, benché non faccia parte della comunità olbiese, mi indigna moltissimo. Il pensiero che vi siano famiglie in stato di indigenza, magari non per loro colpa, disoccupati, licenziati, sfrattati, che non riescono ad arrivare alla terza settimana del mese e non hanno neppure l’indispensabile per vivere, mentre l’Amministrazione si sollazza in queste prove di pura inutilità.

Agli amici sardisti, promotori dell’iniziativa vorrei tanto dire: per fortuna che i mori rappresentati nel loro, ed anche nostro, vessillo, sono bendati, se solo potessero vedere quel che gli accade intorno, scapperebbero come lepri e non ci sarebbe nessun gigante di Monte Prama pronto a prendere il loro posto.

Cari Amici sardisti, pensate qualcosa di meglio e, se proprio non riuscite a farvi venire in mente che aiutare il prossimo non sono solo poche parole scritte sui comandamenti di Dio, ma ciò che ogni essere umano deve avere dentro di se a prescindere. Allora mettete il vostro impegno ed i vostro ingegno per motivi più nobili, ma se proprio non vi viene altro in mente proponetevi di fare una ricerca personale, al netto di costi per la comunità, sui vecchi soprannomi galluresi, (li stivinji), ve ne sono molti davvero divertenti, sicuramente ne trarrete maggior soddisfazione senza fare alcun danno.

giustus