IMPARARE A TACERE, PARLARE CON TEMPERANZA

Standard

 

“Ad ognuno il suo mestiere”: sono pochi i proverbi che calzano a pennello come questo in relazione alla tenuta del Governo. L’ultima uscita dell’olimpica Iden, Ministro delle Pari Opportunità, che fa seguito a quella della sua collega Kyenge, affidandosi alla veicolo mediatico, l’idea di proporre un disegno di legge per il riconoscimento delle coppie gay.

Prima di entrare in questo argomento abbastanza delicato, sgombrare il campo dichiarando ufficialmente che il problema non mi tocca minimamente: non mi ritengo omofobo e mi è indifferente la scelta della sfera sessuale di qualsiasi individuo che, già di per se stesso dispone dei diritti che a tutti sono riconosciuti. Detto questo, senza entrare assolutamente nel merito della proposta, direi, e richiamo il mio articolo “Per Enrico Letta vita difficile”, pubblicato il 6 di maggio, Tutti abbiamo diritto alle nostre idee, anzi, direi, problemi di questa portata andrebbero sottoposti a referendum popolare, quello che invece mi preme rilevare è la mancanza e la carenza di valutazione politica nel buttare in pasto ai media proposte che più che essere di un ministro della Repubblica, sembrano chiacchiere da bar dello sport fatte di lunedì mattina dopo il derby giocato la domenica.

Perché dico questo? E’ sotto gli occhi di tutti il barcamenarsi del Presidente del Consiglio per tentare fra tanti scogli di approdare alla soluzione dei gravi problemi economici, dove già sarebbe sufficiente La controversia sull’IMU prima casa, senza dover mettere altra carne al fuoco. Già l’uscita della signora Kyenge sullo “ius soli”, tra l’altro bocciato brutalmente dal Grillo, oltre che dal PdL con la differenza che quest’ultimo è parte integrante della maggioranza di governo, per poi avere un ulteriore motivo di contrasto come quello delle coppie gay per mettere in discussione la vita del governo stesso.

Qui ritorna il proverbio: poiché non ritengo la signora Iden in malafede, così come sicuramente non lo era la sua collega, cioè non credo che abbia voluto buttare una molotov  fra i piedi di Letta, devo giocoforza pensare che, le due ministre, non hanno valutato minimamente ciò che andavano a proporre e quali potevano essere le conseguenze delle loro esternazioni.

Parole al vento, forse dettate più dall’apparire che da veri sentimenti. Entrambi le ministre, sicuramente credono in ciò che hanno detto, è la loro mancanza di professionalità politica che gli crea dei brutti scherzi: hanno fatto delle proposte che, guarda caso, sono all’opposto del pensiero del PdL che, sino a prova contraria, se il governo vuole sopravvivere deve andare in sintonia con gli alleati e, pertanto, sarebbe stato opportuno avere più cautela, non fosse per altro che per non mettere in difficoltà il Presidente del Consiglio.

Il consiglio per coloro che si agitano è sempre quello: ragionare e usare prudenza. La politica è un’arte nobile, la prima cosa che la contraddistingue è oltre alla capacità di sintesi c’è quella della meditazione su ciò che si dice e quella della mediazione, prima con se stessi poi con gli “altri”.

 

Lascia un commento