La fuga dal voto degli italiani

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Rivedendo complessivamente i risultati elettorali, soprattutto, gli aventi diritto al voto e coloro che tale diritto hanno esercitato, emerge un dato scoraggiante, l’enorme assenteismo tanto da dimostrare come certe grandi maggioranze finiscono per divenire minime, rappresentanti di un numero di cittadini ridotto e privo della rappresentanza che dovrebbe avere. Perchè questo ? E’ conseguenza della sfiducia degli italiani nei partiti politici e nelle istituzioni, ma la maggioranza degli elettori diserta le urne od esprime scheda bianca e, peggio, nulla, che contiene persino ingiurie. Questo il dato di fondo dei ballottaggi di domenica scorsa per i sindaci dei Comuni capoluogo. Si illudono, quindi, i grillini, vincitori di giornata, di essere sulla cresta dell’onda, pronti a scalare Palazzo Chigi. La loro vittoria, infatti, è stata il frutto di due combinazioni probabilmente irrepetibili. Queste:

1°) molti elettori del centro-destra e parte dell’estrema sinistra si sono espressi, nei ballottaggi, per i pentastellati non certo a favore, bensì contro i candidati del Pd e, in particolare, contro il candidato premier, andando, così, ad ingrossare il voto di protesta che già s’era indirizzato verso i grillini, ad esempio, a Roma e Torino.

2°) La maggioranza degli elettori ha disertato le urne o espresso scheda bianca e nulla a conferma della abissale distanza tra cittadini e movimenti politici, nessuno escluso considerando che anche i vincitori dei ballottaggi sono espressione di una minoranza.

Aggiungete che i grillini sono chiamati ad una prova amministrativa durissima, quasi “impossibile” nella Capitale, dove governeranno anche 12 dei 14 municipi, dovendo rispondere, con una classe dirigente a questo livello spesso improvvisata, all’entusiasmo suscitato a livello delle classi più umili che, se deluse, potrebbero esprimere in varie forme la loro rabbia. Già i nuovi sindaci, chiamiamole sindachesse, di Roma e Torino hanno commesso un errore, la prima parlando male dell’Ama che ha perso oltre tre punti in borsa e la seconda, facendo determinare una perdita di oltre il 2% delle azioni di Banca Intesa San Paolo con la richiesta delle dimissioni del Presidente in carica non da molto tempo su designazione del sindaco uscente Fassino. Né l’Appendino è sembrata ancora consapevole dei doveri di un primo cittadino quando s’è dichiarata contro la Tav, ammettendo che la questione non dipende dal Comune di Torino, ma di fatto costituendo una sponda agli antagonisti.

C’è da augurarsi, nell’interesse della Capitale e dell’ex-Capitale d’Italia, che si sia tratto di errori di inesperienza e che, poi, alla prova dei fatti le due battagliere esponenti grilline siano positive e ben supportate. Colpisce, però, il fatto che Grillo abbia voluto mettere le mani avanti, evocando futuri interventi della magistratura nei confronti di suoi alludendo sia al boicottaggio anti-grillino da parte di vari ambienti, sia all’inesperienza di certi suoi eletti.

E’ certo, comunque, che nessuno, nemmeno i vincitori di domenica, possono dirsi al riparo da un sommovimento politico che può trasformarsi in un vero e proprio terremoto e che vede la stragrande maggioranza degli italiani, votante e non, chiedere a gran voce il cambiamento di un sistema che non funziona più da un tempo. Lo comprenderanno i nostri politici ? Certi segnali non inducono all’ottimismo come certe uscite di un Salvini, uscito un po’ ammaccato del voto di domenica , che insiste su tasti perdenti ed in una polemica assurda nei confronti dei moderati, molti dei quali fanno parte di quell’oltre 50% che diserta le urne o vota scheda bianca ed attende di ritrovare un punto di riferimento politico. Né convincono certi ritorni ulivisti della minoranza dem, riproposizione di stagioni politiche fallimentari per l’eterogeneità dei soggetti riuniti in un sinistra-centro, mentre qualche big renziano non pare ancora rendersi conto dell’accaduto, mentre il leader maximo ha compreso che è stato un voto anti-sistema, ma insiste su una riforma costituzionale, abbinata ad una legge elettorale assurda, che come dimostrano tutti i sondaggi non interessa affatto agli italiani, affannati e intristiti da una crisi economica che pare non finire mai.

C’è, quindi, un vuoto immenso nel quadro politico italiano che attende d’essere colmato da chi abbia idee e proposte concrete, non promesse e annunci. C’è anche un mondo cattolico, culturalmente vincente e animato da un grande Pontefice, un mondo, cioè, non integralista, aperto all’apporto dei laici, il quale è oggi privo di rappresentanza politica. Non a caso Papa Francesco, nel maggio dello scorso anno, ricevendo un’associazione di giovani laici collegata ai gesuiti disse che i cattolici hanno il dovere di impegnarsi in politica, citando l’impegno di Alcide De Gasperi e Robert Schumann, che sta per essere fatto beato. Specificò il Papa che non intendeva dire un partito cattolico, ma un partito, sì, quasi a richiamare la grande stagione della collaborazione tra laici e cattolici caratterizzata dalla lezione degasperiana di una DC che guardava a sinistra, cioè al sociale e nella quale poteva convivere l’anima risorgimentale di laici non anticlericali.

Matteo Renzi aveva la possibilità di essere il collettore di questa realtà maggioritaria nel nostro Paese. Commise l’errore di scegliere, per motivi di opportunità interna al suo partito, il socialismo europeo in evidente decadenza anche ideativa, pur dando vita, al governo, ad un ibrido che non si sa cosa sia. Oggi sarebbe, forse, in tempo a rimediare all’ errore commesso, riscoprendo le sue origini, le sue tradizioni. Non so se ne avrà il coraggio e la forza questo dopo che ha affermato che lui “ha giurato sulla Costituzione, non sulla Bibbia”, ma deve sapere che quel grande vuoto politico che s’è creato qualcuno alla fine lo coprirà. Perché l’attuale sistema è finito e un vasto mondo moderato, composto anche da quel ceto-medio ora ignorato, attende di riavere una sua rappresentanza capace di determinare un nuovo rinascimento italiano che, grazie a Papa Francesco, si chiama oggi “Nuovo Umanesimo”.