Che schifo questi partiti

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Già i telegiornali, i media in generale ci stanno tempestando con notizie che provocano disgusto.

Un carissimo amico ha postato su fb una sua riflessione che non posso che riportare in parte anche se la condivido totalmente anche in quelle parti non espresse per decenza.

Scrive il mio Amico: “La vicenda della candidata a sindaco di Milano del M5S che pare voglia ritirarsi dalla competizione a seguito de sistematico giudizio estetico sulla sua persona. dovrebbe meritare qualche riflessione. Senza tergiversare troppo, ritengo che il costante riferimento ad aspetti fisici più o meno apprezzati delle persone sia un atto di evidente ignoranza e di chiara maleducazione”.

Per questo vorrei unirmi al pensiero di tanti nell’esprimere solidarietà a questa donna come vorrei farlo nei confronti di Giorgia Meloni che, anche lei merita la comprensione dei benpensanti del nostro Paese. Vorrei anche esprimere tutto il disgusto che provo nei confronti di quel Berlusconi e del suo sodalo Bertolaso per la mancanza di rispetto che hanno dimostrato con le loro parole di sufficienza nei confronti di una donna che sta affrontando con serenità uno dei momenti più belli della vita e che non la menomanizzano minimamente nello svolgimento delle sue attività.

Di fronte a questi scomposti accadimenti, dai quali non si esclude neppure quanto sta succedendo a Napoli con il caso Bassolino, come si può pensare di risolvere la crisi politica che avvinghia il Paese ancora prima e di più di quella economica.

Questo è il clima che stiamo vivendo, la campagna elettorale è solo la punta dell’iceberg del malessere, ecco perché, con grande amarezza, ritengo non rimangano molte strade da percorrere: ecco perché si rafforza la mia convinzione sul  rischio implosione degli attuali partiti e, nel migliore dei casi, assisteremo ad una vera rivoluzione politica. In realtà siamo alla conclusione di un processo che doveva portare ad una seconda repubblica, in realtà mai nata, e che  per troppi ha causato  una guerra di tutti contro tutti. Berlusconismo e anti-berlusconismo avevano costituito il cemento di due blocchi in effetti presunti e disgregatisi anno dopo anno, lasciando un deserto nella società italiana, facendo anche tramontare la speranza che s’era aperta con la rapida ascesa del giovane segretario-premier Matteo Renzi.

Oggi rischiamo di raccogliere solo macerie, sotto le sceneggiate degli attuali partiti sempre più sfiduciati dai cittadini come, purtroppo, le stesse istituzioni. Il risultato,  nonostante tutto l’ottimismo del “cerchio magico” renziano è quello illustrato in autorevoli editoriali: “Non passa giorno senza che qualche statistica internazionale metta in  luce il ritardo italiano in settori cruciali per il nostro futuro” o “Renzi  esalta  i temi del cambiamento  e della rottura con il passato, ma nell’azione di governo la complessità degli ‘imperativi’  è rimasta  ancora piuttosto superficiale e non si è tradotta in un’agenda precisa e concreta”.

I durissimi scontri  all’interno del Pd (“sembra svanito ogni residuo di sentire comune,:Si vogliono male, non credono più in un destino comune” scrive sul “Corriere” un commentatore, generalmente sereno, come Pier Luigi Battista) hanno raggiunto livelli  da offese personali. Gli attacchi della sinistra dem  riunita in provincia di Perugia hanno fatto dire a Renzi : “da D’Alema un distillato d’odio, vogliono farmi perdere alle amministrative, vogliono soltanto colpirmi, sono quelli che hanno distrutto l’Ulivo e consegnato l’Italia a Berlusconi. Non li temo. Li sfiderò al congresso.”

La risposta degli interessati non s’è fatta attendere e Pier Luigi Bersani, tra battute ironiche, gli ha ricordato : “governi con i miei voti”, annunciando che non voterà l’Italicum, del quale – ha detto – “penso il peggio possibile”. In sostanza l’attacco è partito e la battaglia si farà dentro il Pd, niente scissioni per il momento, l’obiettivo è riprendersi il partito  grazie all’apporto anche dei renziani esclusi dl “cerchio magico” e dei “giovani turchi”, oggi in maggioranza. Per Palazzo Chigi c’è il ministro Del Rio che ha rotto un minaccioso silenzio con un significativo: “non esiste un Partito della Nazione, mentre per la segreteria  c’è l’ex-capogruppo Speranza, bersaniano doc, ma anche il ministro Orlando  che con il presidente del partito Orfini fa parte, appunto, dei “giovani turchi”.

Renzi non pare, comunque, preoccupato perché, intanto, coltiva proprio l’alternativa del partito della Nazione: un grande centro   egemone che prevede il ritorno dei berlusconiani, l’adesione degli alfaniani-centristi, di quel che resta di Scelta Civica e, ovviamente, dei verdiniani. Andassero pure alla sinistra vagheggiata dal’ex- leader della Cgil Cofferati: “o ora mai più il grande partito della sinistra”.

In sostanza, siamo al tentativo  di realizzare, da una parte, un centrosinistra egemone e, dall’altra, un grande centro egemone e questo spiega  il graduale dissolversi dell’alleanza Lega-Forza Italia-Fratelli d’Italia. Il “caso “ di Roma è emblematico in proposito. Prima Salvini dice sì a Bertolaso, poi all’improvviso ha detto no quando anche la Meloni s’era detta d’accordo. L’attacco era diretto a Berlusconi che con la sua leadership sta facendo risalire Forza Italia al punto che oggi, in tutti i sondaggi è alla pari della Lega  sì che il suo leader non può più far la voce grossa e pretendere d’essere lui il capo del centrodestra. Da qui il voltafaccia , convinto che il Cavaliere avrebbe mollato ed accettato la Presidente di Fratelli d’Italia. Così non è stato, almeno nel momento in cui scrivo  e Forza Italia insiste per il proprio candidato forte anche del 93 %  dei 47 mila votanti (chissà quanto spontanei) ai gazebo forzisti, cifra superiore ai 43 mila delle primarie Pd. La Meloni, che aveva detto di non essere candidabile perché è in attesa di un figlio, non sa che fare, è pronta a sacrificarsi, ma se tutto il centrodestra è unito su di lei e questo non pare proprio con Berlusconi  che non fa marcia indietro e, oltretutto, spara a zero su Salvini : “Lui ? Solo una comparsa !”. E lo spiega: “Non ha nessuna esperienza di governo, non ha nemmeno  mai avuto un mestiere. L’unico lavoro che ha fatto è la comparsa a Mediaset.”

Ora in politica tutto è possibile, anche Bossi disse peste e corna del Cavaliere, quando ruppe con lui, per poi elogiarlo come statista. Tuttavia, questa volta   Berlusconi è andato giù duro, a Roma, direbbero ‘trucido’, e Salvini può prendere la palla al balzo ( come credo spera il leader forzista) per rompere un’alleanza scomoda e puntare tutto, sull’esempio francese e tedesco, sull’anti-immigrazione, sul populismo sfrenato, dimenticando che quel fronte, in Italia, è già ampiamente coperto ad iniziare dai grillini. Rottura a sinistra, rottura a destra, ecco la strada per il grande centro, ammesso e non concesso che queste categorie politiche siano ancora valide. Allora i giochi sono fatti, comunque vadano le amministrative dove Renzi  si trova ad avere contro ai propri candidati liste di sinistra (probabilmente anche quella di Bassolino a Napoli)  che attraggono elettori delusi dal renzismo ritenuto una riedizione del berlusconismo? No, ancora non vi è alcunché di certo in una sceneggiata che può far cadere teste illustri, distruggere carriere politiche e mettere all’angolo chi pareva in auge. Tutto e il contrario di tutto, insomma. Ma a noi italiani, al nostro futuro c’è qualcuno che ci pensa?  Questo il vero problema soprattutto ora che dalla Libia e dalla frontiera turco-siriana vengono venti tempestosi.

Rimane la speranza è che certi personaggi che una volta definivano ‘da operetta’ e che oggi, potrebbero definirsi da ‘avanspettacolo’, tolgano il disturbo.