L’attacco Usa alla Merkel coinvolgerebbe Renzi?

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Il segretario-premier porta a casa il ricompattamento del Pd sulla riforma del Senato , con un compromesso pasticciato da vecchia politica (la bagarre di questi giorni nella discussione per la rilettura della Costituzione al Senato, ne sono la prova) e salvo l’eventuale trappola di un voto segreto. Non mi pare, comunque, esulti troppo perché sa bene che l’attacco americano alla Merkel, confermato dallo scandalo Volksvagen, in qualche modo, coinvolge anche lui, considerato quasi un traditore da quei poteri d’Oltreoceano che inizialmente l’hanno appoggiato e si sono ,poi,infuriati per la sudditanza alla Cancelliera tedesca.

Quei poteri da tempo erano alla ricerca di un’alternativa a Renzi e l’avevano individuata in Alfio Marchini che, però, s’era sempre rifiutato a scendere in campo a livello nazionale, puntando solo a sindaco di Roma. Ora , però,pare aver sciolto la riserva visto che ha annunciato con un’intervista a “L’Espresso” “Sarò io l’anti-Matteo” con l’obiettivo di recuperare i molti , troppi italiani che si astengono dal voto.

Ho l’impressione che questo sia solo l’inizio di una offensiva che metterà in seria difficoltà il nostro premier , già oggetto di molti attacchi anche con sussurri , grida e malignità alcune delle quali sottilmente pesanti come quelle di Mario Monti giorni fa in Tv. C’era in alcuni il timore che tali attacchi potessero avere l’obiettivo di creare il caos in Italia . Altri – ed io tra questi – ne davano un diverso giudizio perché le molte acquisizioni in Italia da parte di russi, asiatici di ogni tipo e fondi pensioni statunitensi facevano prevedere l’interesse di questi investitori ad un’Italia pacificata e in ripresa.

Il nostro Paese è, inoltre, strategicamente importante, una portaerei, cioè, nel Mediterraneo , in questo Mare Nostrum teatro oggi di tanti drammatici eventi, ma di nuovo entrato nell’interesse anche della Gran Bretagna, da troppo tempo assente, e decisa a rientrare nel gioco , facendo da spalla, con l’avallo americano, di una Russia, indispensabile per eliminare il pericolo, sempre più evidente dell’Isis e rimettere all’ordine un’Arabia Saudita che sul proprio suolo applica, oltretutto, lo stesso ordinamento dello Sceiccato, senza giungere, tuttavia, a certi livelli di fanatismo.

Il rilancio geopolitico del Mediterraneo , con il ritorno sulla scena della Russia che, non dimentichiamolo , ai tempi dei sovietici appoggiò Nasser (anche con la base navale ad Alessandria) come oggi Putin sostiene il presidente egiziano, sta cambiando le carte in tavola. E costringe Obama a rivedere alcune sue convinzioni e, probabilmente, a fare di nuovo accordi con il leader russo come ormai chiedono in molti e come gli avrà quasi imposto Papa Francesco ritenuto dal presidente Usa il capo spirituale del mondo.

Certo, gli americani otterranno garanzie sia in ordine alla loro presenza nell’area, sia al coinvolgimento di altre realtà militari nella lotta all’Isis , voglio dire che se si dovrà spargere sangue per battere i terroristi non sia solo yankee. Inoltre, vorrà anche avere libertà nel mettere a posto la Merkel e suoi alleati, Renzi compreso. Che o si allineerà al nuovo corso o si troverà con un Marchini ultra-supportato.

Michele Salvati sul “Corriere” ha dipinto il nostro segretario-premier quasi fosse un gigante , scrivendo che il “tempo dirà se siamo difronte ad un nuovo Giolitti o De Gasperi”, ossia un politico abile . Mi sembrano paragoni molto azzardati, soprattutto nei confronti del grande Trentino: gli sviluppi di un situazione interna e internazionale estremamente complessa e delicata dimostreranno, comunque, a breve se ci troviamo di fronte ad un bluff politico o di un personaggio al quale, anche se non di statura come i due citati,  cui affidare il nostro futuro.