Le elezioni anticipate, per Renzi il male minore

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Benchè siano state pronunciate parole tranquillizzanti dallo Presidente Chiamparino, quello che viene dalle Regioni contro il governo rimane’ un brutto segnale. Motivo del contendere, ricorderete, era la decisione di Renzi di tagliare le spese della Sanità in quella spending rewiew che colpisce anche tutti i ministeri. Poi vi è stata l’immerdiata marcia indietro del premier.

La reazione dei presidenti regionali era stata, infatti, pesante. Il presidente dell’Unione, il piemontese Chiamparino, renziano doc ha detto: “ violato il patto con il governo” e il veneto Zaia ha rincarato la dose : “vogliono distruggere il sistema” . Se a questo si aggiungono i mugugni dei ministri, le critiche alla riforma della scuola, le pesanti riserve dei magistrati su quella della giustizia, gli attacchi dei sindacati e le minacce di sciopero di militari e forze dell’ordine per la riforma della Pubblica Amministrazione, la difficoltà di uscire dalla morsa depressione-deflazione con aziende che continuano a chiudere ogni giorno, la disoccupazione che aumenta,mentre il debito si ingrossa, la povertà cresce ,l’alta burocrazia pone ostacoli ad ogni innovazione, ed avrete un quadro, oltretutto approssimativo, della situazione. nella quale si innestano anche gli attacchi a Renzi delle sinistre interne al Pd (“al posto suo – ha detto Bersani. Io non ci avrei pensato un momento a dimettermi da segretario”) e le vicende emiliane che hanno già eliminato un autorevole partecipante renziano e messo in difficoltà un altro renziano alle primarie per scegliere il candidato alla presidenza dell’Emilia Romagna.

I sondaggi per il momento danno ancora la maggioranza dei consensi al premier ( 60% ) e al governo ( 54%), pur se con un crollo del 15% rispetto a giugno con il Pd che è al 40% ed un centro-destra al 30% , coalizione che vede la Lega al 7%, Forza Italia in risalita supera il 18%, mentre i governativi NCD e UDC scendono addirittura al 3% e i5stelle attorno al 20%.

Il rischio per Renzi, come ho sempre sostenuto, è di perdere consensi andando avanti senza ottenere risultati concreti sotto il profilo economico-sociale, anzi la preoccupazione è che la situazione possa peggiorare per i riflessi internazionali, ad iniziare al blocco di importazioni europee da parte della Russia in reazione alle sanzioni europee. Ecco perché si  torna a parlare di elezioni anticipate anche per il fatto che il premier ha cambiato l’ordine delle priorità delle riforme annunciato in agosto. Ed ha anticipato la nuova legge elettorale che verrà esaminata dal Senato. Perché questa decisione su una riforma, approvata dalla Camera, ma che una parte del Pd chiede di modificare ed ora lo farà, con maggiore decisione, il Nuovo Centro Destra e l’UDC che rischierebbero di rimanere fuori dal Parlamento se rimanesse lo sbarramento del 4%.

In sostanza sarà battaglia a Palazzo Madama e questo provocherà qualche conseguenza , ma se Renzi avesse deciso che è meglio andare a votare il prossimo anno, mettiamo in marzo, magari dopo la bocciatura dell’Italicum si’ da andare al voto con il proporzionale e lo sbarramento al 4% , ossia di ciò che è rimasto dopo la sentenza della Corte Costituzionale ? Non mi sembra un’ipotesi da fantapolitica.

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