LE STELLINE DI GIUSTUSBLOG

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CONTE GIOCA LA CARTA INCERTA E RISCHIOSA DELLA CRISI E DEL VOTO ANTICIPATO, INSISTENDO SUL TAGLIO DELL’IVA E VEDENDO SFALDARSI LA MAGGIORANZA

Si sta sfaldando la maggioranza giallo-rossa che al Senato, dopo un altro addio grillino ( senatrice passata alla Lega) non può più contare sui 161 voti, ossia quella assoluta. Il M5S, inoltre, sta implodendo con Davide Casaleggio che si allinea a Di Battista e lancia anche lui la sfida a Grillo “ora ci vuole un leader e va votato”.
A sua volta Zingaretti teme l’effetto slavina sia per il governo sia per il suo partito anche perchè nel turno elettorale di settembre non riesce a ripetere le alleanze governative e dice “uniti nelle regioni o cade tutto , “basta rafazzismo o si perde”, ma Renzi, che ha già indicato un suo candidato in Puglia e non intende allearsi con i grillini anche regionalmente e localmente replica : “via Emiliano in Puglia e lì andiamo insieme”, sapendo bene che è impossibile una marcia indietro del governatore uscente”. In questa situazione , dopo aver stoppato Conte sul taglio dell’IVA, chiede fatti concreti e subito, sui dossier aperti e da una specie di ultimatum in sette giorni al Presidente del Consiglio.
Ormai la tecnica del rinvio non funziona più e Conte si trova nel bel mezzo di un fuoco incrociato con la sua maggioranza, che gli chiede soluzioni contraddittorie perché sostenute dall’uno, ma avversate dall’altro.

UNA RIVOLTA CONTRO LE LINEE GUIDA DELL’AZZOLINA : “IRRICEVIBILI” PER LE REGIONI, INACCETTABILI PER I PRESIDI E SIT-IN IN 60 PIAZZE DI GENITORI E STUDENTI.
BONACCINI: “DAL GOVERNO 2 MILIARDI DI EURO O STOP ALLE RELAZIONI ISTITUZIONALI”
Il premier Conte messo con le spalle al muro dagli scontri nella sua maggioranza, dalla vera e propria rivolta nella scuola ( e non solo) contro le linee guida della ministra Azzolina per il rientro a settembre e dal secco ultimatum datogli da un big del Pd come Stefano Bonaccini. E’ andato, infatti, giù molto duro il presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni in una videoconferenza sull’assestamento di bilancio 2020 della giunta emiliana. Leggete questa lapidaria dichiarazione che sa tanto di ultimatum: “Col governo bisogna che arriviamo a un accordo: o stanzia altri 2 miliardi di euro per le Regioni a statuto ordinario o interrompiamo le relazioni istituzionali”. Quindi, ecco l’affondo sulla scuola: “le Regioni pretendono di trovare un accordo insieme ai Comuni e alle provincie: Stiamo lavorando per questo, abbiamo lavorato intensamente tutta la notte. Vediamo. Mi auguro si possa trovare un accordo, altrimenti non potremmo dare l’intesa, ovviamente. Quelle linee guida che erano state presentate per noi non erano ricevibili. Abbiamo fatto delle controproposte e mi auguro che il Ministero possa recuperare”. Poi per indorare un pò la pillola: “Ho trovato una grande disponibilità nel ministro Azzolina”. Che deve fare i conti anche con chi la scuola la conosce molto bene, ossia i Presidi hanno bocciato le decisioni del ministero sulla riapertura anche perchè sono costretti ad organizzare la scuola senza averne mezzi, giudicando assurde le disposizioni: “turni, divisione delle classi in più gruppi, riaggregazione di gruppi di alunni di classi diverse e anche di anni diversi, didattica mista , un tot con presenza fisica e un tot con presenza virtuale, aggregazione di diverse discipline in ambiti più grandi, possibilità di usare anche i sabati per i turni. Uno sconvolgimento da Apocalisse, un rimescolamento di bambini e ragazzi spostati di qua e di là, non si sa con la mascherina oppure no, a distanza rigida o flessibile; questo si vedrà…( come ha scritto un quotidiano: definendo la ministra Lucia “Attila” Azzolina.
Su questa linea si trovano anche genitori e studenti che in 60 piazze d’Italia hanno organizzato sit-in di protesta, i docenti con i loro sindacati, esperti di pedagogia.
Siamo, dunque, dinnanzi ad una vera e propria rivolta che lambisce anche il Comitato Tecnico Scientifico che, ignorando le evidenze cliniche sottoscritte da ben 10 big-scienziati italiani “sull’emergenza finita”, insistono a suggerire misure incomprensibili e complicate e di difficilissima attuazione anche per la mancanza di personale insegnante (perchè la ministra continua a non voler immettere in ruolo quei precari che il posto se l’erano meritato?) Per carità! usiamo pure tutta la cautela necessaria come dice il ministro della Sanità, ma non facciamo pagare, oltre che al futuro del nostro Paese, a bambini, ragazzi e giovanottelli l’incapacità politica di ascoltare tutti e valutare le soluzioni migliori.
Mi auguro che con la questione scuola, Palazzo Chigi non faccia il bis compiuto con il presidente dell’INPS Tridico (indicato come noto dai grillini) con la nota del Palazzo nella quale “si ribadisce la piena fiducia nel Presidente Tridico”, ammettendo la “piena consapevolezza che il meccanismo della cassa integrazione che abbiamo ereditato è troppo articolato e farraginoso” e la ministra del Lavoro Catalfo “sta lavorando” alla riforma.
Una difesa che non convince alcuno e la capogruppo alla Camera di Forza Italia Mariastella Gelmini è andata giù dura. Il governo sta predisponendo la richiesta di un nuovo scostamento di bilancio per affrontare, fra l’altro, il tema della proroga degli ammortizzatori sociali, E’ urgente e ineludibile affrontare il problema dello scostamento dalla realtà del Presidente dell’INPS Pasquale Tridico. Non è, infatti, tollerabile che, a fronte dei miliardi di euro mobilitati dal Parlamento, impiegando risorse dei nostri figli, ci sia anche un solo italiano in attesa della cassa integrazione. A stare ai dati ammessi dallo stesso Tridico sarebbero ancora 150 mila i beneficiari che ancora non l’hanno ricevuta, secondo altre fonti , invece, parliamo di centinaia di migliaia di persone: quello che è certo è che neanche Conte può chiamarsi fuori da una responsabilità gigantesca che sta in capo dell’INPS: “Noi crediamo sia giunta l’ora di chiedere a Tridico di tornare ai suoi studi.”
Fossi il premier valuterei bene la nota dell’esponente forzista perchè, visto che la maggioranza praticamente non esiste più al Senato, se venisse anche a mancare il soccorso berlusconiano con le assenze, addio a Palazzo Chigi: non sarebbe meglio sfidare l’ira grillina, mandando subito a casa Tridico invece di difenderlo visti i guai che già ha combinato? Questo a meno che Conte non abbia scelto -come qualcuno sostiene- la via della crisi, sperando nel voto anticipato.