L’INTERESSE DI POCHI RISCHIA DI IMPOVERIRE MOLTI

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Gli attentati terroristici di questi ultimi giorni, anche se ci ha colpito più direttamente, sia per la vicinanza che per l’afferatezza dell’esecuzione, non possono che portarci, tutti, ad una profonda riflessione che, però, non può essere circoscritta al solo ISIS. Se limitassimo tutto al fanatismo religioso di un gruppo di sciiti, sarebbe riduttivo ed invece si deve allagare ad una visione ben più complessa che andrebbe esplorata verso direzioni diverse, ramificate.

Ormai da tempo vi è una strategia che spinge l’Europa verso il ritorno alla guerra fredda. E sono molti gli episodi che si susseguono e che portano su un terreno, spesso infido, diretto verso il baratro.

Partiamo da tempi recenti: si è fatto una guerra, per esportare la democrazia ed invece è servito ad accendere un grande focolaio che ha investito tutto il Medio Oriente che si è voluto chiamare “primavera araba”. Si voleva portare ciò che non era riuscito in Irah, in tutti gli stati che dalla Siria arrivano sino  all ‘Egitto. In alcuni di questi stati vi erano dei regimi che riuscivano a mantenere un certo ordine interno e, nel contempo, mantenevano rapporti di buon vicinato con alcuni Paesi del Mediterraneo e con essi intrattenevano anche interessi economici di un certo valore tanto da provocare preocupazione in coloro che avevano espresso sempre il loro predominio verso quel bacino. Cosa fare? Bisognava destabilizzare e, quindi, era necessario abbattere quei regimi. Ecco che si fa crescere un movimento in Siria anti Hassad: si punta ad abolire il regime di Mubarak in Egitto, ne viene fuori una guerra di religione che investe la Tunisia, la Libia. Ormai la destabilizzazione è in atto, le fazioni si contendono il potere e, l’occidente non trova la condizione per intervenire.Lla guerra di religione dilaga sino ad investire sia una parte dell’Africa nera che il Corno d’Africa, il Mediterraneo diviene l’unica via verso l’Europa e a percorrere quella via vi è una enorme massa di disperati che tentano di lasciare quei paesi dove sarebbero facili vittime di eccidi di massa. L’Italia è costretta a subire una invasione, lasciata, praticamene sola a subire questo enorme peso nella quasi indifferenza dell’Unione Europea.

Nel frattempo una gravissima crisi economica investe gli States e, nel giro di pochissimo tempo contagia sia l’Europa che il Giappone: in pratica ad essere colpita è quell’area che fa capo al dollaro. I primi a soffrire di questa situazione sono i paesi più deboli, quelli che per i motivi più diversi avevano fatto ricorso al debito pubblico. L’Italia è fra questi, assieme alla Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda. Questo stato, ovviamente, non può non investire in qualche modo l’itera Comunità Europea ed in particolare l’area dell’euro. Irlanda, Spagna, Portogallo, sono i primi paesi a dare segnali di ripresa, maggiore fatica fanno Italia e Grecia, mentre la prima, attraverso vari governi più o meno indovinati, lentamente inizia a dare segni di ripresa, la Grecia è ormai arrivata all’orlo del fallimento ed in questi giorni si è al rush finale.

Seppur un po’ confuso, questo rappresenta lo scenario internazionale. Manca però quello che io ritengo sia il vero nocciolo di tutta questa situazione è che un brevissimo accenno avevo fatto in apertura.

Una chiara ed esplicita descrizione ci viene data da Francesco Alberoni nel suo “articolo della domenica”, pubblicato su Il Giornale.

Alberoni ci spiega il suo punto di vista, che condivido totalmente.Secondo il Prof. sono gli Usa e l’Inghilterra ad aver spinto i Paesi europei a porre sanzioni alla Russia, e lo hanno fatto perchè si è impadronita della Crimea. A loro non è certo interessato  che quel territorio sia stato sanguinosamente conquistato all’impero turco. Così come non hanno voluto  ammettere che la Russia si sarebbe accontentata di una Ucraina federale con grande autonomia per le regioni russofone.

Per il resto, il vero interesse della Russia era creare un’unione economica e politica con l’Europa fornendole il suo gas e il suo petrolio in cambio dei tecnici e della tecnologia con cui raggiungere assieme lo sviluppo dei Paesi dell’Asia centrale che un tempo facevano parte dell’Unione Sovietica e che sono ricchi di materie prime e di petrolio. Paesi che stanno islamizzandosi, creandole molti problemi.

È questo accordo che gli americani e gli inglesi non hanno voluto perché sono loro, oggi, a gestire i Paesi islamici ed il loro petrolio e non ammettono concorrenti.

Dividendo l’Europa dalla Russia sono riusciti a bloccare il loro sviluppo congiunto, le hanno impoverite entrambe e le hanno rese politicamente impotenti.

Focalizzandola contro la Russia, hanno distolto l’Europa dal Medio Oriente, dalla Turchia e dal Nord Africa e le hanno impedito di organizzarsi contro l’invasione islamica che viene dall’Asia e dall’Africa e di cui la crisi libico-mediterranea è uno strumento.

Prosegue nella sua analisi il prof. Alberoni: Gli angloamericani e i loro alleati arabo-islamici oggi si sentono i padroni del mondo. La Russia, respinta in Asia dove si trova sola e in difficoltà, è costretta a fare accordi con la Cina, la cui potenza aumenta ogni giorno. E l’Europa continentale senza autonomia, senza governo, senza esercito, ridotta ad una colonia litigiosa invasa da migranti islamici, non sarà più un alleato, ma un peso”. “Quanto al mondo islamico, finora gli angloamericani hanno fatto da ottimo cane da guardia alle vecchie monarchie wahabite del golfo, ma si sono dimostrati incapaci in tutti i casi in cui, abbattuto un tiranno, hanno scatenato le bande dei giovani fanatici islamisti rivoluzionari”.

Cosa resta da fare all’Europa? In primo luogo riacquistare la propria autonomia sia economica che politica: rivedere i trattati ad iniziare dalla NATO e dare vita ad una Europa politica che le consenta di essere, continente, federazione, stato a tutti gli effetti, con una economia autonoma e degli Stati, con un suo esercito con un unico “itelligence”. Solo così può funzionare l’Europa del domani, quella che lasceremo ai nostri figli. I casi Grecia, Italia, Spagna ecc. dovranno essere un ricordo del passato. Questa è, secondo me, l’unica ricetta che potrà portare pace, benessere  e prosperità per tutti.