L’ORGOGLIO DI ESSERE SARDO

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Credo di averlo già scritto, non mi piace intervenire a caldo su avvenimenti di larga importanza, preferisco riflettere, leggere gli interventi di chi è più qualificato del sottoscritto e, poi, dire la mia, esprimere il mio pensiero. Sulle elezioni referendarie mi permetto di fare una eccezione. Devo.

Ho ascoltato il discorso di Matteo Renzi, un bilancio affrettato del suo operato: lascia e va via ma senza dare la sensazione che questo voglia dire ritirarsi a vita privata. Questo, forse, lo vedremo presto. A mio modestissimo parere aspetterà qualche giorno per farsi acclamare dal suo popolo per riprendere da dove ha lasciato. Comunque la mia è solo una supposizione non suffragata da alcuna prova.

La mia sorpresa l’ho avuta stamane accendendo il computer e aprire su fb per dare uno sguardo sulle reazioni del popolo dei social, l’ho fatto prima di andare a vedere i giornali, l’ho fatto per curiosità, visto tutto il battage che vi era stato per mesi, li si notava subito che il NO avrebbe vinto, anche se certe posizioni avevano assunto espressioni scomposte da entrambi le parti. Vi è stato addirittura chi si preoccupava di dover provvedere a collocare tutti i costituzionalisti nati su fb dopo la vittoria del Si e chi, addirittura sosteneva che votare NO gli dava la patente del vigliacco.

Questo è facebook, da prendere sempre con le molle.

La sorpresa vera è stata quella della richiesta di dimissioni del Presidente della Giunta della Regione Pigliaru.  Credevo di aver letto un refuso, si parlava di dimissioni di Renzi, non riuscivo a rendermi conto del nesso fra i due nomi, sono passato oltre ed ho iniziato la lettura dei giornali. Partendo da quelli locali, sulla Nuova, il primo aperto, ho trovato la risposta al mio dilemma: la Sardegna aveva votato il 73% per il NO ed il 27% per il Si.

Un voto quasi unanime, un 73% identitario, un voto qualificato per dire NO a quella modifica del TITOLO V, per dire che la nostra autonomia non si tocca, una quasi unanimità per dire che la Sardegna è nostra e che nessuno può permettersi di immaginare di imbrattarla ancora con schifezze che non riguardano i sardi. Una vittoria che non lascia dubbi su ciò che pensano i sardi sulla politica nazionale e su quella rinunciataria dei nostri amministratori.

Le dimissioni del Prof. Pigliaru non me le aspetto anche se quello si, sarebbe veramente, un gesto di coraggio, ma penso a quelle forze che si dicono “sarde” nel logo, che si fregiano con i quattro mori e poi stanno li a sostenere un governo nel quale non dovrebbero credere perchè appiattito su quello nazionale che non gli appartiene.

Perchè non approfittare di questo momento? Non sono certo io quello che incita all’insurrezione, mi piacerebbe però se i signori del PD sardo, quelli della altre forze politiche nazionali, consci della reale situazione determinata da questo voto plebiscitario, facessero veramente una azione di coraggio ed iniziassero a pensare ad una grande coalizione identitaria, presentandosi, uniti sotto una sola bandiera, ad una tornata elettorale magari anticipata, per eleggere un Consiglio Regionale sardo che pensi sardo che sia emblema anche nei confronti del resto d’Italia che, alla pari della Catalogna e della vicina Corsica, faccia sentire la nostra vera autonomia.

Quel No non dovremmo sprecarlo, ne facciano tesoro anche chi ha votato Si, che sia motivo di orgoglio per tutti i sardi, nessuno escluso.