L’ULTIMATUM DI RENZI – PRENDERE O LASCIARE – E’ LA SVOLTA?

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Come si può dare torto ai grillini che hanno piegato la testa di fronte a ciò che avevano preannunciato con tanto fervore. E’ di ieri l’ultimo inchino alla volontà di Conte di portare avanti il suo programma di disfacimento usando il suo solito rinvio nel tentativo di far decantarle proteste. Una ennesima giravolta per salvare la poltrona. Credo non vi sia neppure più bisogno di ricorrere ai sondaggi per capire che il mondo grillino, da effimero sta diventando fantasmico, aria, gas inconsistente, volatile.

Nel dibattito parlamentare di ieri chi ha primeggiato è stato Renzi che, senza mezzi termini ha dato ufficialmente l’ultimatum a Conte – o fai un passo indietro sulla task force o noi non votiamo il bilancio- e la crisi è certa.

Eppure sono tentato a credere che questa volta Renzi faccia sul serio, ciò che non è serio è quello strano personaggio che si è insediato a Palazzo Chigi e, seppur senza dignità, continua a portare il Paese verso quel salto nel buio più totale come mai si è trovato.

E’ chiaro che senza Italia Viva è crisi, l’attacco di Renzi non va solo sul recovery fund ma si tratta di un attacco totale al premier, colui che intende essere “uomo solo al comando: Conte ora si trova con le spalle al muro o cede o perde la faccia, cosciente che l’obiettivo dei suoi oppositori interni è quello di sostituirlo con quaIche nuovo personaggio che non lo far certo rimpiangere.

Nessuno vuole elezioni in questo momento, neppure Renzi che gradirebbe l’ascesa di Draghi al premierato ma, pur di liberare il Paese dalla presenza di Conte sarebbe disposto di accettare anche qualche personaggio minore che abbia quanto meno quella credibilità che dia sopravvivenza e respiro. I rumor qualche sussurro lo fanno indicando sottovoce l’attuale ministro della difesa, il dem Guerini, ex DC al quale potrebbero essergli affiancati due vice presidenti, Di Maio che potrebbe mantenere l’incarico agli Esteri e Zingaretti che coronerebbe il suo sogno di fare anche il ministro dell’Interno. Una soluzione rattoppata ma, comunque, meglio che lasciare il buco.

La soluzione migliore sarebbe sempe quella di un Premier forte che porti il Paese fuori dalla palude in cui sta soffocando, che possa garantire e varare un vero piano per i recovery, con lo sguardo verso il futuro, che affronti e problemi che ci attanagliano, a partire da quel MES che è diventato il motivo del contendere, per poi passare ad un piano serio per il rilancio della nostra economia e lo faccia utilizzando le migliori intelligenze e personalità di cui l’Italia dispone, chiamandole a dare la propria disponibilità per rimettere ordine nella nostra zoppicante economia.