L’ultimo romantico

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Escluso coloro che vorrebbero vedere morto Berlusconi, tutti gli altri invocano Silvio al cambiamento.Ma quale cambiamento invocano? All’unanimità chiedono un nuovo partito che si fondi sulle “primarie”.

Forse sarò l’ultimo romantico ma, mentre concordo che è ormai indispensabile fondare un vero partito, lasciando  da parte il movimentiamo che ha contraddistinto tutta l’azione politica di Berlusconi sin dalla sua scesa in politica, per costruire una struttura che ponga radici sul territorio e da questa si parta.

Le primarie non servono a nulla e lo dimostra ciò che ha prodotto nel PD. Andiamo alle origini:  gli uomini della Quercia, inventariarono le primarie e si ritrovarono Prodi Premier; le fecero in Puglia ed ebbero Vendola; proseguirono a Milano, ed ecco Pisapia, non parliamo di Napoli il cui esito è stato disastroso. Chi può pensare che con la struttura che quei signori avevano ereditato dal vecchio PCI si sarebbero ridotti ad essere battuti con le primarie dalla sinistra estrema? Tanto più che questa non è più neppure riuscita ad essere rappresentata in Parlamento. Ed ora nel PdL tutti ad invocare le primarie, da Ferrara a Giorgia Meloni e tutti coloro che pensano di aver trovato un toccasana per riprendere l’iniziativa politica. Insomma, tutti vorrebbero fondare o rifondare il partito ma nessuno ha il coraggio di dire che per fare questo ci vuole un “commissario”  con pieni poteri per quel compito, al quale bisogna dare un tempo ristrettissimo, sganciando i problemi di fondazione dai problemi del governo.

Il problema primarie è solo una scusa per non fare nulla. Predisporre i congressi a tutti i livelli e li operare le scelte democraticamente, all’interno della struttura che il partito intende darsi è la forma più corretta per fare delle scelte. Come arrivarci con pochissimo tempo a disposizione: utilizzando i metodi e le tecnologie che si hanno a disposizione. Oggi, a differenza di ieri è possibile utilizzare la rete, c’è il tam tam dei social network, ci sono tantissimi mezzi di comunicazione che consentono una divulgazione di programmi, di idee, di attività.

Tutto questo mi permisi di scriverlo al Presidente in tempi non sospetti, prima delle elezioni: Gli scrivevo queste cose con la presunzione che in qualche momento arrivasse a leggere anche qualche scritto della “base”, chissà, forse la mia potrà essere una pia illusione, ma,come ho scritto in apertura, “forse sono l’ultimo romantico”.

giustus

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