Mauro Pili – dissenso o invidia?

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Girovagando per i blog sardi ne ho trovato uno che mi ha colpito per una rubrica, che, in effetti, non ha nulla di singolare ma che mi ha incuriosito. “Il personaggio del giorno”, così è la Rubrica e la mia curiosità si è maggiormente spinta quando ho visto che uno dei personaggi era l’On. Mauro Pili, la cui conoscenza si limita a seguirlo sulla stampa e sui social dove è particolarmente presente in questo periodo per le campagne di denuncia nelle quali pone un impegno missionario.

Nel leggere l’articolo mi rendo conto che il personaggio, sarebbe un eufemismo dire, che gode delle sue simpatie. Inutile sostenere che la mia curiosità vorrebbe indurmi a conoscere i motivi di tanta acrimonia, per nulla nascosta, ovviamente il problema o, i problemi sono e rimangono vostri, anche se chi ha letto sino in fondo tutte le elucubrazioni espresse con un dizionario di tutto rispetto dove tutto si dice, niente escluso, altro non provoca se non la voglia di approfondire un rapporto che, immancabilmente c’è stato e , nulla esclude che ancora vi sia ed anche profondo.

Il “pezzo”, sin da subito, si addentra su una questione che oggi va tanto di moda e che sta dividendo i sardi in fazioni, cosa questa che ritengo profondamente errata, ognuno ha le proprie idee ed è bene che le manifesti con la massima chiarezza. Mi riferisco alla questione di quel lembo di mare, dove un peschereccio sardo, dopo uno ligure, è stato fermato con fermezza dalla gendarmeria francese e fatto oggetto di reprimende non certo amichevoli. Il comandante del peschereccio cadeva dalle nuvole perché, lui, nulla sapeva che in quel tratto di mare, dove era solito recarsi per gettare le reti, gli era precluso perché un distratto ministro degli esteri aveva dimenticato di rendere pubblico un trattato da lui sottoscritto con il suo omologo francese, dove si concordava che quel tratto di mare avrebbe fatto parte del territorio francese.

Si, è vero che sono arrivate le scuse delle istituzioni francesi ed il peschereccio è potuto rientrare nel porto di origine e, a chiunque è concesso errare, e, per un errore sarebbe stato preso se non vi fosse stato il precedente fermo di quel peschereccio ligure per il quale a protestare era stata, se non vado errato, una senatrice eletta in un collegio della Liguria. Tornando al nostro peschereccio tutto rimaneva sotto tono, anzi sotto traccia, sennonché, un onorevolino non molto simpatico a Sardegnablogger, raccoglie la protesta della barca offesa e si produce per chiedere ragguagli chiari su questo accordo. Apriti cielo: sono propenso a dire che Sardegnablogger è stato il “meno cattivo”, gli improperi gli insulti le accuse nei confronti del povero onorevole Pili sono arrivate a vagonate, dal bugiardo al bufalaro, dall’intrigante, al buono a nulla, di tutto e di più, per fortuna agli scontenti dell’atteggiamento di Pili c’era una grande maggioranza che ha ragionato più da sardo che da politico impegnato e tutti costoro hanno manifestato in favore del Mauro regionale tanto da renderlo baldanzoso e anche lui a buttarla in politica rimbrottando, cosa che dimostrava una logica, anche Sardegnablogger, di seguire una certa formazione di partito che, nato recentemente per rottamare, al suo interno continua a comportarsi da ante-prima repubblica, ed in questo, ho notato, non sfugge neppure questo blog che nella sua testata vuole testimoniare di non aver padroni. Questo, mi dispiace dirlo, perché approfondendo la lettura, mi rendo maggiormente conto che non è il simbolo o la tessera (ammesso che ancora esistano) a fare l’idea, bensì il pensiero che viene espresso. In Sardegnablogger, quel pensiero è unanime.

Torniamo alla striscia di mare incriminata. Dopo un primo momento di totale negazione, alla fine è dovuto intervenire un ministro, LOn. Martina, per dire che il trattato c’era e non c’era, perché il Parlamento non si era ancora pronunciato per la ratifica. Insomma, il trattato c’era o non c’era? I più accesi, chiedo scusa, i più ottusi continuavano a sostenere l’assenza di trattato: su cosa avrebbe dovuto discutere il Parlamento se a monte non vi fosse un trattato? Questa mi sembra sia l’evidenza. Poi, se il trattato c’era come c’è, perché il signor Ministro degli esteri non ha spiegato il motivo che lo ha indotto a firmare quel trattato? E, perché no, dire ai cittadini che, è vero che perdevano un tratto di mare ma, in compenso il nostro Paese ci guadagnava, che so io, magari il dominio totale delle Stretto di Bonifacio. Stiamo scherzando. Ad oggi non si capisce ancora il motivo di un trattato che a godere sia solo una parte e l’altra, prona concede. Ma, ancora peggio, questo trattato che dovrebbe, se lo sarà, essere ratificato  dal Parlamento che ancora era del tutto ignaro finché Mauro Pili e la Parlamentare ligure non hanno resa pubblica la vicenda dei pescherecci.

Mauro Pili, sarà pure “ino” ma non “esso”: lui sa bene come vanno queste cose. Magari sotto Pasqua, in una giornata qualsiasi, di quelle pre-vacanziere, appare su un ordine del giorno, perché no,  quello del Senato, dove c’è scritto “ratifica accordi internazionali”. Chi è interessato fa in modo, sempre sottogamba, che vi sia a pelo il numero legale, il trattato ottiene la ratifica e buona notte ai suonatori ed ai senatori.

Mauro che Parlamentare lo è a tempo pieno queste cose le conosce bene e conosce anche i suoi polli, per questo ha mobilitato, per quel che può, il popolo sardo con un certo disaccordo di pochi o tanti che siano, ma con molti che il disaccordo lo dimostrano apertamente, sulle piazze, sul mare, nel caso specifico e dove può ottenere quella visibilità che vorrebbero impedirgli.

Ovviamente parlo per me, perché, come dicevo, io Mauro Pili non lo conosco, anzi lo conosco attraverso i vari canali di informazione e, se devo essere sincero, molto avete contribuito voi sia con l’articolo che lo definisce “personaggio del giorno” attraverso tre ricche cartelle dattiloscritte, che attraverso un’inchiesta fatta accuratamente da un collega dove mi ha maggiormente incuriosito sul vostro personaggio del giorno e sull’azione che sta conducendo.

A questo punto, dopo aver letto anche un articolo di Giorgio La Spisa che titola “ACCORDO ITALIA-FRANCIA/ Quel mare “regalato” per l’appetito del petrolio”, devo ben dire di aver pensato a qualche cosa strana, quest’ultima, che mi mancava, mi proprio fatto imbufalire (altro che bufale) e lo ha fatto in quanto cittadino italiano perché, se petrolio c’è in quei fondali perché regalarli ai francesi che, seppur nostri cugini trovano di tutto pur di darci “na’ sola”: lo sono poi, ancor di più come sardo che da sempre defraudato di ogni diritto, rischio di essere anche sbeffeggiato dai miei compatriotti (si fa per dire) e dileggiato da alcuni miei corregionali.

Caro Giorgioni, nella chiusura del suo articolo vi è tutto il livore che rivolge a Mauro Pili, che non conosco, ma che, a questo punto devo dare tutta la mia simpatia, lo capisco a lei scocciano i successi di questa persona: dica la verità, come in confessione, ci dica, lei sarebbe voluto essere a 27 anni sindaco di Arzachena, a 33 presidente della Regione Sardegna e a 38 Parlamentare. Si dia da fare, nulla osta che ci riesca ma, non lo faccia denigrando gli altri, è un metodo che non paga.

Per arrivare ad ottenere certi risultati in così breve tempo ed a partire da quell’età, non è facile pertanto, lo lasci dire a chi ha trascorso sicuramente alcune primavere più di Lei, non passi così facilmente alla denigrazione di un personaggio che sta mettendo tutto il suo impegno, con la convinzione di fare una cosa giusta, al servizio della sua terra, di quella stessa che ha subito nel passato e lo sta subendo anche nel presente, le peggiori angherie ed altro non si aspetta che essere riscattata.

Ben vengano Mauro Pili e tanti altri, ed altri ancora. A Lei non chiederemo di condividere L’On Pili o chi usa il suo metodo, però faccia il sardo fino in fondo e pensi al nome che ha dato alla sua testata e si batta per e non contro. La nostra terra prima di tutto.