PARLIAMO DI EURO

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L’introduzione dell’euro il 1°gennaio del 2002 in 12 Paesi dell’Unione Europea dimezzò, di fatto, il potere d’acquisto delle famiglie italiane per 3 motivi:

1) l’errato cambio con la lira accettato dai governanti dell’epoca – Prodi presidente del Consiglio, Ciampi ministro del Tesoro – con valutazione troppo alta dell’euro;

2) il diverso potere d’acquisto dell’euro nei vari Paesi dell’eurozona che ha suggerito anche la dislocazione di nostre imprese nei Paesi dell’Est Europa aderenti all’UE, nei quali il costo della vita era molto basso rispetto al nostro e i salari dei lavoratori in vari casi l’80% in meno circa rispetto all’Italia ; e non è un caso l’esodo di non pochi pensionati italiani verso la Bulgaria e il Portogallo , dove si vive bene anche con 5-6oo euro al mese e dove le pensioni (così come in Gran Bretagna) non sono tassate;

3) l’aumento immediato dei prezzi sino al raddoppio, ad esempio, del costo del biglietto sui mezzi pubblici a Roma e in altri Comuni da mille lire ad un euro.

Il risultato fu che una famiglia di 4 persone che aveva un’entrata di 4 milioni e mezzo di lire al mese poteva fare una discreta vita, anche dovendo pagare un mutuo o l’affitto per una abitazione, all’improvviso si trovò nella necessità di tagliare spese, ad iniziare dalle vacanze.

A questo si è aggiunto , con la crisi economica, l’errore di una politica economica di austerity, imposta dall’Ue e criticata anche di vari Nobel dell’economia , che ha portato a stagnazione , deflazione e depressione , dalle quali non riusciamo ad uscire con la caduta, non solo in Italia, di vari indici economici.

Per questo tutti i sondaggi dimostrano una crescente sfiducia dei cittadini nell’UE e fanno crescere, in vari Paesi dell’eurozona, movimenti politici anti-Bruxelles. Anche in Italia un tale fenomeno si sta accentuando e nei sondaggi i partiti antieuropei superano il 64% senza considerare una parte della sinistra dem.

Il problema non è, però, tanto, l’uscita dalla moneta unica per tornare alla lira , quanto una diversa modulazione dello stesso euro : quello del Nord Europa, considerato forte, quello euro mediterraneo svalutato del 30% rispetto al primo: Ciò consentirebbe una diversa politica monetaria ed economica , quindi, regole anche diverse nelle due zone euro, facendo riprendere all’area mediterranea lo slancio per la crescita la considerazione delle potenzialità e delle realtà regionali , con un consistente aumento delle esportazioni grazie all’avvenuta svalutazione e un più equilibrato rapporto tra i singoli Paesi aderenti per quel che attiene il potere d’acquisto dell’euro mediterraneo .

Recentemente, la Federazione dei partiti e movimenti dc “I Democristiani”,  pubblicò  sul suo sito questo appello :

“Noi eredi della tradizione europeistica dei De Gasperi, degli Adenauer e degli Schumann, profondamente convinti che l’attuale struttura dell’Ue ostacoli lo sviluppo dell’Europa e impedisca di raggiungere, com era il sogno dei nostri Grandi condiviso da quel grande europeista che era Altiero Spirinelli, l’unità politica del Vecchio Continente. Un’unità che preceda tutte le altre e superi il prevalere degli interessi finanziari che, spesso, nascondono interessi nazionali.

Lanciamo, quindi, un appello per una momentanea e diversa articolazione dell’Unione Europea affinchè chi ha realmente a cuore il futuro dell’Europa si unisca nel chiedere, innanzitutto al Parlamento Europeo, una concreta iniziativa verso una diversa articolazione dell’euro e, quindi, una migliore capacità di uscire da una crisi che devasta le famiglie, provoca disoccupazione, nega un futuro ai giovani , rischia di provocare violenza, distruggendo quella speranza che Papa Francesco esorta a non lasciarcela rubare.”

E, nello spirito del Papa perché non ricorrere. Al’insegnamento della storia?

Nel 1789 Ferdinando IV di Borbone firmò lo Statuto di San Leucio o Codice Leuciano, la famosa raccolta di leggi che , nel Regno di Napoli, regolamentava la Real Colonia di San Leucio , sorta sull’omonima collina acquistata 39 anni prima da Carlo di Borbone, adibita alla lavorazione su scala industriale della seta.

Il testo , in 5 capitoli e 22 paragrafi, interpreta gli ideali di eguaglianza sociale ed economica e pone grande attenzione al ruolo della donna tanto da sancirne l’eguaglianza con gli uomini, per la prima volta nelle cultura occidentale italiana.

Per dare un’idea della semplicità di tale codice, ma anche della sua efficacia, riporto di seguito i titoli dei cinque articoli:

Cap. I – DOVERI NEGATIVI

Cap. II – DOVERI POSITIVI  – doveri generali  – doveri particolari

Cap. III- DEGLI IMPIEGHI

Cap. IV- DEGLI ARTISTI ESTERI

Cap. V – DELLE PENE GENERALI CONTRO I TRASGRESSORI

Consiglio a tutti di fare una piccola ricerca e questa breve lettura per avere un’idea di ciò che si riesce a fare quando vi è la volontà.

Mi viene spontaneo chiedermi: perché Matteo Renzi,e non solo lui, sempre così favorevole al cambiamento, all’innovazione , ossia a quella che alcuni suoi sostenitori definiscono “creatività politica”, non si intesta una iniziativa come questa di San Leucio ? Sarebbe il modo di dimostrare, con i fatti , d’essere un vero leader.