Pd: exit e elezioni una vera dèbacle – la sinistra dem chiede le dimissioni del segretario

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Per chi ieri è andato ha letto presto al risveglio ha dovuto prendere atto che, contrariamente alle previsioni e, smentendo nettamente i sondaggi, la Gran Bretagna ha detto no all’Europa. Quali saranno gli sviluppi politici ed economici è ancora presto per valutarli. In proposito, diceva Brunetta, che male era se avesse vinto l’Europa, tutti i benefit concessi alla Gran Bretagna sarebbero stati pretesi dai 27 Stati restanti, quindi, paradossalmente, era auspicabile quanto poi effettivamente è avvenuto. Secondo l’uomo di Forza Italia, l’Europa dovrebbe da questo dato  trarre, nel medio lungo termine, vantaggio. Sicuramente Brunetta ha motivo di sostenere questa tesi ed io non ho motivo di metterla in dubbio,quello che mi è chiaro è la situazione interna italiana, sin da oggi avrà una difficoltà in più per quel che riguarda il Governo e Renzi che si trova ad affrontare una Direzione del suo partito, già ingarbugliata per suo conto.

La sconfitta elettorale di domenica scorsa, è stata una vera dèbacle: persi 45 comuni, cioè la metà di quelli che si avevano, e nei 24 capoluoghi rispetto alle “europee” è volato via ben il 23,26%, confronto forse un po’ forzato quello di Ballarò, essendosi trattato di elezioni diverse. Tutti gli altri, infatti, hanno perso qualcosa, ma molto poco nonostante la flessione dei votanti: i 5Stelle hanno perso l’1,23% ed il centrodestra il 3,3% causa le perdite della Lega salviniana.

Sarà, quindi una direzione molto tesa perché la minoranza dem è all’attacco, chiede le dimissioni del segretario, una diversa politica economica, un ritrovare l’anima sociale del partito, un ristabilire un ascolto delle esigenze vere degli italiani, il cambiare la legge elettorale. Lui, Renzi, respinge, però, le critiche, scarica sugli altri, soprattutto la vecchia guardia, la dèbacle ed insiste a dire che ha fatto tante riforme, sta cambiando l’Italia ed il vero appuntamento è in ottobre con il referendum costituzionale. Sul quale i sondaggi sono già in rosso per i sì, superati abbondantemente dai “no”, anche se molti sono gli incerti e coloro che ancora non sanno di cosa si tratti anche perché il tema non appassiona gli italiani.

Stamane gli oppositori dem del segretario-premier si ritroveranno per stabilire una linea comune, ma già sono intervenuti i Bersani, i D’Alema, i Cuperlo, gli Speranza, ossia i vecchi e nuovi leader della sinistra, ai quali s’è aggiunto con un carico da novanta Romano Prodi, per il quale è indispensabile “cambiare politiche e non solo politica o il partito invecchia presto”. Persino un’attrice famosa come Sabrina Ferilli va in Tv a farsi intervistare per un attacco a tutto campo a Matteo Renzi che avrebbe trasformato il Pd al punto da renderlo irriconoscibile a chi è di sinistra. Tesi sviluppata a tutto campo sul Corriere della Sera da Massimo D’Alema, secondo il quale il segretario “sta rottamando il Pd”, precisando che voterà no al referendum d’ottobre perché “anche le riforme di Berlusconi erano migliori”.

Dal fronte renziano difese d’ufficio, ma un po’ deboli, dinnanzi al fuoco di fila, in qualche caso eccesivo, non solo della minoranza, ma anche di commentatori, sino ad ieri benevoli nei confronti dell’ex-sindaco di Firenze ed ora pronti a salire su un altro carro, per la verità ancora nebuloso. Qualcuno riscopre persino Forza Italia che è uscita bene dal turno elettorale e che Silvio Berlusconi è deciso a rilanciare per tentare il recupero dei molti moderati assenteisti dal voto. Ancora in ospedale per la terapia di riabilitazione dopo il delicato intervento, attende la visita annunciata di Putin e intensifica i colloqui politici , elogiando anche le sindache grilline “volti strepitosi e discorsi responsabili”.

Chi, invece,appare sempre più torvo è Matteo Salvini, l’altro sconfitto, duramente attaccato dal fondatore della Lega Bossi : “ Salvini ha perso, serve un congresso che dia un mandato preciso al segretario”. Nè è senza significato che il potente governatore del Veneto, Luca Zaia, che il Cavaliere ha inserito tra i possibili candidati premier del centrodestra, abbia sottolineato i successi della Lega nel Veneto e, riferendosi al livello nazionale, abbia solo detto che gli elettori “hanno bocciato Renzi senza esame di riparazione.”

Sia così o no, è certo che dopo questo importante turno amministrativo, che ha visto la maggioranza degli italiani disertare le urne e votare scheda bianca e nulla sarà più come prima nella politica italiana. Ho l’impressione che una buona parte degli attuali protagonisti non l’abbia compreso e che si prepari ad affrontare una stagione difficile e delicata. L’uscita della Gran Bretagna dalla Ue dopo le allusioni della Regina, senza avere una necessaria bussola, è proprio la temuta (da molti) uscita inglese potrebbe,invece, essere la partenza per abbandonare un sistema da tempo finito e costruirne uno nuovo che elimini le attuali abissale distanze tra pochi ricchi e molti poveri, diseguaglianze non più sopportabili, restituendo anche all’Italia quel ceto medio asse portante di qualsiasi rinascita.

Il fatto che la Regina d’Inghilterra, con quel che rappresenta insieme al suo consorte, si sia indirettamente pronunciata per l’exit inglese fa sperare che si tratti di un’operazione pilotata tra poteri forti, finalmente non più in guerra tra loro, per tentare di costruire una società più giusta capace di trovare le sue fondamenta nella “Laudato Sì” di Papa Francesco.