PERUGIA: I CLAMOROSI AUTO_GOAL DEL GOVERNO CONTE-BIS

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Non mi piace ma lo devo ammettere, pochi come lui hanno il senso della politica: sto scrivendo di Matteo Renzi e, infatti, Conte, Di Maio e Zingaretti, sono caduti nella sua trappola.
Agitando il terrore delle elezioni anticipate col trionfo di Salvini, ha costretto ad accettare un’alleanza di governo tra due avversari politici che parevano irriducibili, considerato che il segretario del Pd e il capo politico dei grillini dicevano e ripetevano l’uno “mai con il M5S” e l’altro, oltretutto nostalgico della Lega, “mai con il Pd”.
Invece, eccoli insieme come il Matteo renziano aveva, a sorpresa, proposto in chiave anti-Salvini, procedendo, inoltre, alla scissione per creare la sua “Italia Viva” che, nell’ultimo sondaggio di Pagnoncelli, è salita al 6.5%, più di Forza Italia, nonostante che tanti elettori non sappiano ancora del nuovo partito ed una parte degli amici di Renzi siano rimasti nei gruppi parlamentari dem, con, persino il capogruppo del Senato.
Il risultato è che l’ex-sindaco di Firenze ed ex-premier oggi ha le chiavi del governo, ma continua a fibrillizzare grillini, dem e sinistra nella corsa verso il centro dove puntava Conte, oggi primo bersaglio al punto che nell’intervista al “Corriere della Sera” il fondatore di “Italia Viva” ha chiaramente detto: “il governo andrà avanti sino al 2023 (in Parlamento ci sono stati, ci sono e ci saranno i numeri”, “con o senza Conte”. E tanto per far capire che le chiavi di Palazzo Chigi di fatto le ha lui, ha criticato la manovra annunciando “via la tassa sulle vetture aziendali, no a nuovi tributi, mazzata per la classe media. Io dico basta all’invasione fiscale”, oltre a proporre , con un emendamento, la cancellazione di Quota 100″ per destinare i 20 milioni in tre anni alle coppie, alle famiglie, all’aumento di stipendi e salari.
Come se non bastasse ha sottolineato che è “un dovere delle Camere cambiare la legge di bilancio anche con le opposizioni”, ed ha picconato la Plastic Tax ricordando agli alleati (si fa per dire) in vista del voto regionale in Emilia Romagna che “le aziende leader di packing sono qui, tolgano ( gli alleati ndr) le imposte sulla plastica anziché farsi le foto”, chiaro riferimento a quella di Narni dei leader dem, grillini e Leu più il premier Conte alla vigilia del voto umbro che ha fatto crollare una roccaforte rossa, la più a sinistra in Europa dai tempi del Pci.
E proprio l’alleanza in Umbria, dalla quale si erano tirati fuori i renziani, è stato il primo botto clamoroso del Conte-bis, favorendo il trionfo del centrodestra. Non a caso Di Maio non vuole più le intese regionali con i dem, niente accordi per l’Emilia Romagna, dove il governatore uscente s’è già accordato con Renzi ed alcune liste civiche con Salvini che ha iniziato il suo tour elettorale.
L’altro clamoroso errore della sinistra e dei grillini è quello di aver inserito nella manovra una serie di tasse e tassine, qualcuno ne ha contate più di un centinaio dirette o indirette, spaventando i cittadini e particolarmente il ceto medio, anche con i pos, i pagamenti elettronici, le “inutili” misure antievasione (“inutili” l’ha detto anche un supermagistrato come Davigo) volute caparbiamente da Conte o, come l’aumento di carcere per gli evasori, voluto dal duo Di Maio-Bonafè. Su questo s’è scatenato un coro di critiche e di proteste non solo delle opposizioni, ma anche di varie categorie e di Renzi, oltre, su alcune misure, anche dei grillini E’, così, passato in secondo piano il quasi-miracolo fatto dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri che è riuscito a far quadrare il cerchio evitando l’aumento dell’IVA di ben 23 miliardi di euro, come avevano preteso i renziani, respingendo anche la rimodulazione delle aliquote. Così una misura di estremo rilievo e tale da averci evitato quel “lacrime e sangue” (almeno si spera) che avemmo ai tempi del governo Monti è passata in secondo piano per grillini e dem, dopo anche la batosta umbra, sono calati giù nei sondaggi scendendo poco più del 17% ciascuno ( i pentastellati hanno superato, sia pure di poco, i dem , mentre il centrodestra ha superato il 50% ed è aumentata anche “Italia Viva” con grande ira di Conte che vede sfumare il suo sogno di conquistare il centro politico.
Nel contempo Salvini sta attenuando il suo anti-UE e si tiene ben stretto Berlusconi nel suo tentativo di entrare nel PPE, dove già si trova l’ungherese Orban, per rifarsi un look internazionale meno sovranista. Ovviamente, si assiste a grandi movimentazioni all’interno dei grillini e dei dem, con passaggi avvenuti, annunciati o previsti da questi due gruppi verso “Italia Viva”, da un parte, e Salvini dall’altra. E poichè al Senato la maggioranza giallo-rosso è risicata tutto può accadere anche perchè una crisi farebbe saltare il taglio dei parlamentari. Che, non è poca cosa.
Per il bene di tutti, auguriamoci che almeno si vari la manovra, ovviamente emendata dalle aule, evitando così l’esercizio provvisorio. Dopo facciano pure quel che vogliono e, a mio avviso, le elezioni anticipate ad aprile sono sempre più probabili, soprattutto se il centro, che esiste come ha giustamente scritto Aldo Cazzullo sul “Corriere”, venisse di nuovo occupato e, quindi, capace di attrarre elettori, a partire dai troppi che disertano le urne.