“QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DE” AUTOSTRADE NEMMENO GADDA L’AVREBBE IMMAGINATO . MA A RIMETTERCI SIAMO SEMPRE NOI CITTADINI !

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Chi ha conosciuto il sistema delle partecipazioni statali, di fronte a quanto sta succedendo in questi ultimi giorni, non può che sorridere e rimpiangerlo, riservandosi la rabbia che inevitabilmente ribolle.
Pensate poi a che quel sistema ha vissuto sino all’ultimo. Ed ora si procede ad acquistare quello che si era creato con tanta fatica, svenduto, quando non regalato. E, a cosa assistiamo che il peggior nemico delle PPSS, oggi si fa grande sostenendo quel sistema che in modo determinante ha contribuito a distruggere.
Se si pensa a tutti quei settori strategici che in mano allo Stato avevano dato lustro e benessere al nostro Paese, settori importantissimi, dalle comunicazioni all’acciaio dai metalli al petrolio, dai trasporti al turismo, ed ancora tanti altri importantissimi settori ora in mano al mercato estero che viene in casa nostra a vendere, incassare e portare altrove gli utili o che, quando quegli utili non sono soddisfacenti come vorrebbero ci costringono ad intervenire, con il pretesto di salvare l’occupazione, con interventi economici massicci dello Stato per ripagare quello che era stato ceduto e spesso senza neppure riprenderne il possesso.
L’Alitalia, era l’orgoglio del Paese, ceduta a privati e da allora è stata ripagata chissà quante volte; la Finsider: cosa sta costando? Capitali immensi vengono impegnati senza alcun ritorno; il sistema del trasporto marittimo, messo in mano, purtroppo, ad un italiano che lo ha letteralmente distrutto.
Ma, di cosa vogliamo parlare dell’Eni? Enrico Mattei, si, colui che passando dalla Resistenza all’imprenditoria di Stato aveva creato una Compagnia petrolifera, concorrente, addirittura di quelle che chiamavano le sette sorelle, come venivano indicate le grandissime Compagnie che controllavano il mercato del petrolio, si, proprio lui che aveva sfidato quei colossi partendo da Cortemaggiore per acquistare petrolio dall’Unione Sovietica e impegnandosi nella ricerca in Medio Oriente, sino a rimetterci la vita, ed ora? Dopo una privatizzazione più o meno fasulla, lo ritroviamo a sfruttare posizioni di parcheggi e lavamacchine. Da non credere, l’orgoglio italiano caduto così in basso.
Ed ora stiamo dibattendo sulle Autostrade che amministrate con scelleratezza, sono diventate un pericolo pubblico si sta trattando per ricomprare ciò che è nostro: mi si obietterà che erano state date in concessione ma, almeno dalle ultime battute, per poterle riprendere bisogna subentrare nella società che le gestisce e lo si dovrà fare con i quattrini della Cassa Depositi e Prestiti, cioè con i soldi dei cittadini.
Conte, PD e M5s (un pò meno Di Maio) cantano vittoria per aver “punito” i Benetton e per Cassa Depositi e Prestiti che si prende il 51% di Autostrade ed entro un anno i vecchi proprietari passerano dall’88% al 10-12 e, poi, via, nemmeno un posto nel cda. Niente revoca della concessione, ma passaggio ad una “public company”, che poi proprio così non è, visto che i soldi messi non sono dello Stato, ma di una società che investe i risparmi postali degli italiani e che Dio ce la mandi buona perché dopo tutto questo putiferio, con tariffe più basse, controlli maggiori (sulla carta) per la manutenzione i margini di guadagno saranno ridotti all’osso e chi metterà euro per essere socio in una società che rischia di portare scarsi utili ?
L’ex-ministro Toninelli che tutto questo “affaire” aveva sollevato e che gli stessi grillini hanno tolto dal governo, ha gridato via social “Abbiamo vinto,pagano i Benetton”: i quali potranno anche dire di essere stati espropriati, come hanno fatto, ma in realtà, grazie all’accordo, hanno recuperato in borsa centinaia di migliaia di euro con l’aumento delle azioni, che continuano a salire, di Atlantia , (proprietaria di Autostrade) e di tutte le altre loro società, guarda caso.
In sostanza a guadagnarci, alla fine, saranno proprio coloro che i grillini volevano cacciare via anche a rischio di pagare una cascata di miliardi come risarcimento con una causa che si sarebbe probabilmente conclusa sulla pelle dei nostri nipoti:
A leggere oggi i giornali c’è, quindi, da farsi venire il mal di testa, e m’è proprio venuto il ricordo di un famoso libro di Carlo Emilio Gadda dal titolo “Er pastacciaccio brutto de via Merulana” sì che in tutta verità potremmo parlare “der pastacciaccio brutto de”Autostrade”.
Che sia così lo dicono i titoli dei nostri maggiori quotidiani, con quelli non in linea con il governo che sparano a zero tipo “Conte rende ancora più ricco Benetton” (Il Tempo) “Fine della pantomima: Giuseppì perde (di nuovo) la faccia- Conte fa un regalo ai Benetton. Italiani cornuti e mazziati” (“La Vertà”), “Regalo all’azienda di Treviso-Beati lor signori” (“Libero”). Forti perplessità per l’operazione compiuta dal Consiglio dei Ministri, dopo una notte di tensioni e di scontri conclusasi alle 5 e mezzo del mattino, si trovano nei nostri tre maggiori quotidiani: “Autostrade, la svolta e i dubbi. Stato in Autostrade, ecco il patto Conte: fatto l’interesse pubblico” (“Corriere della Sera”), “Chi paga per questo pasticcio” (La Stampa”) “Dal prezzo ai nuovi azionisti tutte le incognite ancora sul tavolo” (La Repubblica”), “Autostrade: Conte piega M5s, grillini scontenti. Dubbi PD, renziani critici.” (Il Messaggero”)
Che questo “affaire” lasci profondi strascichi nella maggioranza e creato un ulteriore barriera con l’opposizione è dimostrato da una serie di interviste e di articoli come gli editoriali di Carlo Cottarelli “Interesse pubblico e calcolo politico” e di Claudio Tito (“La maggioranza naviga a vista”) su “Repubblica”, l’editoriale di Massimo Franco(“Il rischio statalismo”) sul “Corriere della Sera”, il retroscena del Cdm su “Repubblica (“Di Maio raggela Conte:non hai vinto.Molti dei nostri non capiranno” e sul “Corriere della Sera (“Liti e caso De Micheli Ma il premier (infuriato) non pensa al rimpasto-E Franceschini frena il ministro degli Esteri.”
Come corollario cito “Il Sole 24 Ore”. quotidiano della Confindustria che su Autostrade fa un titolo anonimo (“Ad Aspi 4 miliardi il controllo passa a Cassa e fondi”), mentre titola, a tutta prima pagina: “Ingorgo fiscale, in 15 giorni 246 scadenze”. Se aggiungete che il Recovery Fund si avvia ad un taglio da 100 miliardi,come titola lo stesso quotidiano(“”in discussione taglio di 100 miliardi ai sussidi”, cioè da 500 a 400 miliardi come non vuole Conte-ndr) siamo ad un nuovo annunzio di tempesta per il governo, come da alcuni giorni due nostri maggiori quotidiani indicano anche avendo rispolverato , con grande evidenza, un Gianni Letta tornato in azione, avendo riportato Forza Italia al centro del dibattito politico, sia trattando con il premier Conte , sia, dopo anche gli elogi di Prodi alla saggezza trovata da Silvio Berlusconi, lavorando per un governo di salute pubblica, al quale guarderebbe anche Di Maio che, non a caso, ha fatto sapere, sia pure in ritardo, dell’incontro avuto con Mario Draghi .
Secondo le ultime voci anche Salvini, pressato da Zaia, sarebbe d’accordo ed a rimanere fuori del nuovo esecutivo sarebbero solo gli anti-governativi grillini e la Meloni. Appuntamento: subito dopo il voto del 20 settembre in sei Regioni e vari Comuni, sempreché la situazione non precipiti prima, magari ad opera dello stesso premier. Di certo, comunque, è che, purtroppo, avremo un “autunno caldo”anzi supercaldo sul piano economico e sociale . Saremo ancora in tempo ad almeno attenuarlo ?