Renzi: ma,  sarà  vero?

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finanzainchiaro pubblica, a firma di Giancarlo Masotti, l’articolo che vi sottopongo. Non voglio aggiungere alcuna considerazione in quanto non ho alcuna fonte di controllo se non la testata che lo ha pubblicato.
Se quanto riportato da finanzainchiaro corrispondesse a verità, certamente ci troveremmo di fronte ad un fatto veramente inquietante,

Renzi, lo scandalo coinvolge l’intera famiglia

Giancarlo Marcotti

26 settembre 2015

In qualsiasi altra parte del mondo sarebbe uno scandalo che avrebbe portato alle immediate dimissioni del Presidente del Consiglio, da noi … nulla … non se ne parla nemmeno, sui media nazionali qualche trafiletto qua e là proprio per non poter essere accusati di aver ignorato completamente la notizia.

Di cosa stiamo parlando?

Dello scandalo che vede coinvolta l’intera famiglia Renzi.

Non entro nei dettagli, è una brutta storia. L’azienda della famiglia Renzi, la Chil Srl, fallisce con ripercussioni giudiziarie per cui viene indagato, dalla Procura di Genova, Tiziano Renzi, padre del nostro Premier.

Ovviamente su questo fatto non esprimo giudizi perché sta alla Magistratura appurare i fatti ed eventualmente emettere sentenze, non servono invece procuratori ed avvocati per giudicare i comportamenti a dir poco censurabili assunti dalla famiglia Renzi.

Cominciamo.

Alla Chil Srl nel 2009 viene deliberato un mutuo di 697.000 euro dalla Banca di Credito Cooperativo di Pontassieve, come tutti sono in grado di capire, dato che l’Istituto di Credito non è proprio un colosso della finanza l’operazione merita particolare attenzione ed il fido viene concesso direttamente dal Responsabile Aziende della Banca, Marco Lotti.

A quell’epoca Matteo Renzi era il Presidente della Provincia di Firenze e nello stesso anno diventerà Sindaco del capoluogo toscano ed ora vi chiedo: chi entrerà a far parte della sua Segreteria? Luca Lotti, il figlio di Marco, colui che aveva deliberato il mutuo a favore dell’azienda di famiglia … guarda che combinazione … è proprio vero che il mondo è piccolo (e la Toscana ancora di più).

Mi sento anche di aggiungere che Luca Lotti, pur non essendo andato oltre il liceo, da allora ha avuto una carriera fantastica. Attualmente è sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e comunicazione del Governo e all’editoria, ma non basta, è anche diventato Segretario del CIPE, Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, un importantissimo Istituto. E guardate che ha solo 33 anni!!!

Poi dicono che i giovani in Italia non trovano lavoro!!!  I bamboccioni non trovano lavoro!!! Ma quelli bravi e che si danno da fare, come Luca Lotti, il lavoro lo trovano, eccome se lo trovano!!!

Sia ben chiaro che non c’è alcuna legge che impedisce ad un Sindaco di assumere nella propria segreteria il figlio di colui che ha deliberato un cospicuo mutuo alla azienda della propria famiglia, sia ben chiaro che non c’è alcun comportamento illegale da parte del nostro Premier.

Ma andiamo avanti.

Dare 697.000 euro di mutuo alla Chil Srl, sembra un po’ eccessivo, ed allora Marco Lotti chiede che ci sia anche la garanzia di una finanziaria, naturalmente non è difficile trovare questa garanzia, la presta Fidi Toscana, UN’AZIENDA PARTECIPATA DALLA PROVINCIA DI FIRENZE!!!

Ehhh che caso!!!

Ma anche qui, sia ben chiaro, non c’è nessuna legge che impedisce ad una azienda partecipata dalla Provincia di Firenze di prestare garanzia per un mutuo erogato alla azienda di famiglia del Presidente della Provincia stessa. Quindi nessun illecito.

Ma non è ancora finita.

Le garanzie prestate da questi Consorzi, come Fidi Toscana, arrivano al massimo fino al 60% dell’importo erogato, ma … ma c’è una legge che dice che se l’azienda richiedente è intestata ad una donna la garanzia viene estesa fino all’80%.

E allora dove sta il problema? La Chil Srl al momento in cui Fidi Toscana delibera la garanzia ha a capo la mamma del Premier, salvo due mesi dopo tornar nelle mani del padre, Tiziano.

E qui siamo al punto. Devono per forza esser fatte due considerazioni.

Certo non avrà implicazioni penali se una garanzia viene deliberata con una certa copertura perché a capo dell’azienda c’è una donna ed immediatamente dopo la delibera quella azienda viene trasferita in capo ad un uomo, ma un comportamento simile da parte della famiglia Renzi è … trovatelo voi un aggettivo appropriato, a me viene da dire “da straccioni”.

Non ce la si può cavare dicendo che queste sono le cose fatte “all’italiana”, sarebbe ora di finirla, ed in ogni caso sono comportamenti inaccettabili da chi poi si presenta come il politico “riformatore”.

La seconda considerazione esula dal caso preso in esame. Mi riferisco a queste leggi che non esito a definire idiote e che invece vengono fatte passare per “progressiste” e politicamente corrette. Tanto per capirci quelle che danno generici vantaggi al “genere femminile”. Davvero in questa battaglia continuo ad essere solo, ma sempre più convinto delle mie ragioni.

Personalmente se fossi una donna mi offenderei per queste leggi, dov’è la logica? La “donna” deve rientrare fra le categorie protette?

A me questo tipo di leggi, come le quote rosa, tanto per capirci, suonano così “Già hai la sfiga di esser nata donna … ed allora ti aiutiamo un po’ dandoti qualche piccolo vantaggio”.

Ripeto, una cosa offensiva nei confronti delle donne. Punto.

Ma terminiamo con la vicenda Renzi, perché, come detto, lasciamo ai tribunali emettere una sentenza di condanna qualora ci siano stati comportamenti illeciti, ricordiamo invece ai nostri lettori come si è conclusa la vicenda.

Tiziano Renzi si sbarazza della Chil Srl che fallisce, la Banca quindi chiede alla Fidi Toscana l’importo dell’esposizione, e cioè 263.000 euro  che quest’ultima, ovviamente, è costretta a pagare.

Quindi alla fine i soldi ce li ha rimessi la Fidi Toscana???

Ma no!!! Ce li abbiamo rimessi noi!!!

NOI?!?!?

Sì noi!!!

E come è potuto succedere?

Semplice! Poco dopo che Renzi è diventato Presidente del Consiglio, utilizzando il fondo di garanzia del Ministero per lo Sviluppo economico, ha fatto pervenire la stessa cifra alla Fidi Toscana, quindi i debiti della famiglia Renzi sono stati pagati con fondi pubblici, sì insomma … con i nostri soldi.

Viva l’Italia.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro