Signor Presidente, non le sembra di esagerare?

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Il ritmo vertiginoso delle dichiarazioni di politici di tutte le categorie, non riescono a chiarire la sorte del nostro Paese. Si passa dal più oscuro allarmismo sino ad arrivare ad un cauto ottimismo, a seconda delle convenienze del Momento. E’ ovvio che in questa giostra il cittadino rimane più che mai confuso dalla bassa macelleria della politica.

Prima era la presenza ingombrante di Berlusconi la causa di tutti i mali: si è poi dimostrato che così non era. All’annuncio del suo ritiro lo spread (parola coniata per l’abbisogna ancora poco comprensibile per la maggior parte di noi, poveri mortali) che sarebbe dovuto diminuire, ha fatto un balzo da paura. Con questo non si vuole disconoscere che la posizione del Premier era ormai talmente deteriorata da doverne prendere atto.

Preso l’impegno di dimettersi, sia il Capo dello Stato che il resto del mondo politico ha iniziato la sarabanda. Nuovo governo tecnico o nuovo governo politico? Tutti, l’unanimità, dichiarano di non volere il primo sostenendo che non possono esistere governi tecnici votati dal Parlamento. L’altra soluzione possibile, ed anche la più gettonata, è quella del rimettersi al verdetto delle urne. Subito saltano fuori i problemi per questa soluzione. Non c’è tempo. L’Europa ci detta il calendario. Il nome di Mario Monti sarebbe il toccasana per tutti le malattie sia infettive che congenite: ma, lui è un tecnico. Nessuna paura, e se lo facessimo Senatore a Vita? Be, allora tutto cambia. Con un rito tutto inusuale, in men che non si dica, Mario Monti si ritrova dentro il Senato. Il Paese apprende questa novità dai telegiornali delle ore venti. Il Presidente della Repubblica, sua sponte, senza neppure un cenno alle motivazioni che lo hanno indotto a tale decisione, ne da comunicato e così ci ritroviamo la persona giusta nel posto giusto ed al momento opportuno. Monti incassa la nomina e vola a Berlino -guarda caso, proprio in quel giorno era previsto dovesse partecipare ad un convegno nella capitale della Germania-. Casualità.

Al rientro Napolitano lo convoca al Quirinale e informalmente gli da l’incarico di formare il nuovo governo al quale, secondo tutte quelle dichiarazioni che dicevamo all’inizio, dovrebbero, per il bene del Paese, votare tutti, magari a scatola chiusa.

A chiamarsi subito fuori sono IDV e Lega, loro vogliono andare al voto, diversamente faranno opposizione. Il PdL, che era partito da lontano dicendo, dopo di me il nulla, si va a votare, per bocca di Berlusconi, annuncia che il PdL sarebbe disponibile a votare un governo Monti: il calendario Europa non consente tentennamenti, siamo sul baratro. Tutto questo lo dice mentre il Segretario del suo partito, Alfano, sta difendendo la posizione del partito rivolta verso il voto. Scorrettezza inaudibile. Per fortuna in soccorso ad Alfano sopraggiungono gli ex AN, tutti per il voto.

A questo punto, come andranno a finire le cose non è dato sapere. Oggi si vota al Senato il provvedimento chiestoci dall’Europa. Sicuramente a votarlo sarà la maggioranza, l’opposizione starà li a guardare ma non esprimerà il voto. Domani toccherà alla Camera dei Deputati e sarà fatto ancora allo stesso modo: poi, Berlusconi farà visita al Capo dello Stato presso il quale formalizzerà sia le sue dimissioni che l’incarico per la formazione di un governo al Sen. Mario Monti.

Qualche volta la forma è anche sostanza, questa volta, senza preoccuparsi che la fretta fa nascere i gattini ciechi, non è stata rispettata ne l’una ne l’altra. Se non si trattasse del Presidente della Repubblica che, in tutti questi anni ci è stato propinato della sua integerrima imparzialità, potremmo dire, senza tema di errore, che la procedura seguita sinora è quanto meno scorretta. Non è mai avvenuto che per superare un ostacolo si facesse un Senatore a Vita, così, all’improvviso e quasi di contrabbando; non è mai successo che sia dato un incarico per la formazione del governo, seppur informalmente, prima delle dimissioni del presidente del consiglio in carica.

giustus

 

 

 

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