Stefano Pisciottu chiarisce la chiusura del Campeggio Arcobaleno di Porto Pozzo

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COMUNE DI SANTA TERESA GALLURA

  Provincia di Olbia Tempio

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La vicenda, spiacevole, della chiusura del Campeggio Arcobaleno nella località di Porto Pozzo e la clamorosa protesta della popolazione che lì vi abita, campeggiatori compresi, merita alcune necessarie ed indispensabili ulteriori precisazioni.

Con questo non intendo sottrarmi alle responsabilità, mie e dell’Amministrazione comunale che ho l’onore di capeggiare ma anzi, proprio in virtù di tali responsabilità che intendo rispettare fino in fondo, mi rivolgo all’opinione cittadina tutta affinché la vicenda venga riportata alla sua giusta dimensione e, chi vuole capire, capisca.

E’ necessario pertanto, al fine di raggiungere tale obbiettivo, che alcuni punti fondamentali vengano chiariti.

 

1)      Il camping è ubicato all’interno di una zona che il P.A.I. (Piano di Assetto Idrogeologico) regionale del 2005 classifica come Hi4 (area a pericolosità idraulica molto elevata) quasi totalmente e, in minima parte, come Hi3 (area a pericolosità idraulica  elevata) e come Hi2 (area a pericolosità idraulica media).

 

2)      Secondo la disposizione dell’art. 22 delle Norme di Attuazione del PAI, i complessi ricettivi all’aperto esistenti, ubicati nelle aree di pericolosità idrogeologica molto elevata ed elevata, sono comunque sottoposti, entro un anno dall’approvazione del PAI, a cura e a carico dei soggetti proprietari, ad uno studio di compatibilità idraulica o geologica e geotecnica ai sensi degli artt. 24 e 25 e sono rilocalizzati in caso di conclusioni negative dello studio”.

Alla scadenza di tale termine, salvo precedente provvedimento di urgenza, gli organi competenti per le concessioni e le autorizzazioni di esercizio sospendono cautelarmente l’efficacia degli atti di assenso e le attività di tali complessi ricettivi”.

 

3)      Nel caso del “Camping Arcobaleno” l’efficacia dell’autorizzazione è stata sospesa di validità a decorrere dal 19 febbraio 2010.

  Tuttavia – nelle more della presentazione, da parte della Campsarda Due Srl (proprietaria del campeggio e titolare della relativa autorizzazione sospesa), del progetto delle opere definitive di mitigazione del rischio e della valutazione della sua adeguatezza – con atto 18 giugno 2010 Prot. 10972 il Comune ha rilasciato un nulla osta allo svolgimento dell’attività di campeggio “per la sola stagione estiva 2010.

 

4)      La Campsarda ha trasmesso detto progetto e il Comune, in data 14 settembre 2010 lo ha subito inviato al Genio Civile di Sassari che, nella riunione del 9 febbraio 2011, alla presenza dei rappresentati della Società, ha espresso l’avviso che “gli interventi proposti non sono tali da garantire la messa in sicurezza dell’area adibita a campeggio”.Trasmessa successivamente con nota del 7/3/2011

 

5)      Solo il 21 giugno 2011 la Campsarda ha presentato uno studio di sistemazione idraulica del rio “Lu Banconi”, affermando comunque, nella relazione, che “le simulazioni hanno permesso di verificare come l’inizio dell’allagamento avvenga dopo circa 1h 30’ dall’inizio dello scroscio di pioggia di intensità critica”.

 

6)      Pur in mancanza di autorizzazione, la Campsarda, secondo quanto poi si è espresso, ha ritenuto di poter svolgere ugualmente l’attività di campeggio.

  In particolare, in seguito ad un controllo effettuato il 19 maggio 2011, la Polizia Municipale ha accertato e contestato la violazione dell’art. 86 T.U. leggi P.S., in quanto veniva esercitata un’attività “ricettiva all’area aperta della tipologia campeggio in mancanza della prescritta autorizzazione amministrativa”.

 

7)      Pur nella piena consapevolezza della mancanza di autorizzazione, il campeggio ha continuato nella sua illegittima attività finchè, con ordinanza 28 giugno 2011 n° 114, il Comune è stato costretto ad ordinare formalmente la chiusura del campeggio abusivo, peraltro con decorrenza 15 luglio 2011 al fine di consentire la “sistemazione” degli ospiti.

     È appena il caso di notare che, poiché si trattava di un campeggio non autorizzato, l’ordinanza di chiusura costituiva un atto dovuto.

 

8)      La Campsarda Due ha impugnato davanti al TAR l’ordinanza n° 114/2011, chiedendone l’annullamento previa sospensione dell’efficacia, anche in via d’urgenza mediante decreto presidenziale inaudita altera parte.

Con decreto 14 luglio 2011 n° 304 il Presidente della Sezione Seconda del TAR ha respinto la domanda cautelare provvisoria.

Con ordinanza collegiale 27 luglio 2011 n° 341, la Sezione Seconda del TAR ha definitivamente respinto l’istanza cautelare.

 

Questa la cronologia dei fatti documentati e documentabili a richiesta di chiunque  abbia interesse a conoscere la verità e non le opinioni.

Chi, come il Sindaco di qualsiasi Comune d’Italia, assume la responsabilità di governare un territorio e gli interessi di quanti lo popolano, deve assumersi soprattutto quella di farlo nel pieno rispetto delle leggi che regolano la vita civile e a garanzia della sicurezza dei cittadini. Anche se ciò fosse impopolare! Questo è fondamentale che venga recepito dall’opinione pubblica perché il Sindaco non può essere ritenuto una controparte ma il massimo tutore della sicurezza pubblica del territorio.

Naturalmente, come sempre avviene nelle situazioni di “crisi”, anche gli sciacalli vanno ad abbeverarsi alla fonte inesauribile dei problemi della gente!

Vorrei rivolgere un invito alla “responsabile” consigliere Lina Crobu: chieda ai parenti delle 13 vittime dell’alluvione che, il 10 Settembre 2000 alle 4:30, investì il Campeggio “Le Giare” di Soverato (Catanzaro), quale Sindaco “responsabile” avrebbero preferito e quale “pubblico interesse” avrebbero voluto tutelato. In quell’area, si diceva, “non era mai accaduto nulla”.

Si chieda il consigliere Crobu perché dal 2005, la società Campsarda Due e l’Amministrazione del tempo non abbiano fatto nulla per porre rimedio ad una tale situazione di pericolo.

Attualmente il campeggio ricade, come già detto, in un’area ad alto rischio, a meno che non si pensi che chi ha studiato il PAI, per il nostro territorio, sia un incompetente o in malafede!

 Un incarico di progettazione si può sempre affidare, l’unico interesse pubblico che si otterrebbe nell’immediato sarebbe tutto da “esplorare!”

Infine, cara “responsabile”consigliere Crobu, è mia opinione che il coraggio di un amministratore pubblico si misura nella qualità degli atti che compie, nel rispetto della legalità sempre e comunque, nel rispetto dell’autonomia operativa dei Dirigenti che lo assistono nell’esercizio delle sue funzioni.

Eludere le leggi e strumentalizzare i problemi della gente non aiuta a migliorare la qualità della vita e a garantire la pubblica incolumità.

 

 

 

                                                                                              IL SINDACO

                                                                              STEFANO ILARIO PISCIOTTU

 

 

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