Tutto bene per Renzi, poi la doccia fredda

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Ieri,nelle due pagine di intervista al “Corriere della Sera”, il premier-segretario Matteo Renzi negava fosse un “momento complicato per l’Italia” come diceva l’intervistatrice Maria Teresa Mieli . “No, – sosteneva –è un bel momento con buona pace dei gufi e dei profeti di sventura.” E lì a disegnare una situazione idilliaca, con l’occupazione che sale,”la crescita ha di nuovo il segno +”,i consumi si risvegliano, l’export “tira come non mai” e l’”Italia è una grande potenza” al punto che al recente G7 “ non eravamo più un problema, ma parte della soluzione”. E aggiungeva: “potrei proseguire con esempi di tutti i tipi. Eppure il dibattito politico interno è incarnato solo sulle cose che non tornano”. quindi avanti tutta!” Sì, ma per dove? Perché le “cose che non tornano” sono veramente troppe , per il cittadino che diserta sempre più le urne soprattutto per punire il Pd come, clamorosamente, s’è visto nei ballottaggi di ieri nei Comuni, vera doccia fredda per il segretario-premier che non funziona più come calamita di voti.

Pensate che per ben tre volte se n’era andato a Venezia per sostenere il senatore Felice Casson, candidato sindaco che è stato, a sorpresa, battuto da Brugnaro sostenuto dal centrodestra. Così dopo ben 22 anni il centrosinistra ha perso il capoluogo del Veneto, regalando all’opposizione un bel 5-0, compreso Rovigo, così come ha perso Arezzo, città del ministro Boschi, Nuoro, città di Antonello Soro, Fermo, Chieti, Matera, Vibo Valentia . Una vera e propria batosta elettorale, dunque, al punto che il vice-segretario Lorenzo Guerini ammette: “sconfitta che brucia”, mentre la sua collega Serracchiani sottolinea che “le divisioni interne non hanno aiutato a far passare un messaggio di speranza ed ha pesato molto il sentimento nazionale sull’immigrazione.”In sostanza proprio il contrario del “bel momento” e del tutto bene del segretario-premier Renzi, al quale c‘è da chiedere in che mondo viva, mettete anche in conto “mafia capitale” con annessi e connessi sempre in negativa evoluzione.

Sì, d’accordo, l’ex-sindaco di Firenze pigia il piede sull’acceleratore dell’ottimismo per infondere coraggio , alimentare la speranza, quindi la fiducia in lui, ma non si rende , forse, conto che il povero cittadino-elettore si trova ogni giorni a fare i conti con l’oppressione delle troppe tasse, spesso con l’impossibilità di giungere alla terza settimana del mese, con la criminalità macro e micro che imperversa alimentando la corruzione e determinando la mancanza di sicurezza individuale .Aggiungete un sistema che non funzione più , istituzioni spesso inefficienti e servizi pubblici al collasso ed avrete un quadro ben diverso da quello quasi idilliaco che Renzi ha illustrato al “Corriere della Sera” .

I due milioni di voti persi in sette regioni poche domeniche addietro e la clamorosa sconfitta nei ballottaggi di ieri dovrebbero, quindi, consigliare al premier meno propaganda e più realismo. Per il momento ha perso un bel po’ d’appeal e di voti, ma se insiste nel decantare un inesistente “bel momento alla fine gli italiani potrebbero dirgli, come fece Cicerone con Catilina, ”usque tandem abutere patientia nostra ?” . Ossia : “fino a quando, Matteo Renzi, abuserai della nostra pazienza ?”