Un uomo solo al comando – Sfida contro tutti

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E’ sempre più un uomo solo al comando che sfida gli altri a tutto campo Matteo Renzi. la La riforma del Senato sulla quale non vuole cambiamenti e per tagliar corto con le discussioni ha, di fatto, imposto il passaggio dalla commissione all’aula, facendo gridare il leghista Calderoli al ritorno del fascismo e irrigidire ancor più quei 30 senatori dem che chiedono il ritorno all’elezione diretta . No, dice il capogruppo renziano Zanda, l’art.2 del ddl Boschi non può più essere modificato.No – ripete la presidente della competente Commissione, la dem Finocchiaro, non si può tornare indietro. No, concorda il segretario-premier, sarebbe ricadere nel pantano , nei giuochi politichesi.

I tre stanno facendo pressioni , un po’ indebite, sul presidente del Senato Grasso affinchè non ammetta emendamenti all’art. 2 e il premier, in conferenza stampa con il primo ministro del Lussemburgo Xavier Bettel, presidente di turno dell’UE, addirittura afferma : “ se il presidente del Senato riaprirà la questione dell’art. 2 ascolteremo le motivazioni e decideremo di conseguenza.” , facendo intendere la presentazione di un provvedimento per chiudere del tutto il Senato. Ha,quindi, aggiunto con ironia toscana: “A chi mi dice “ma state andando “troppo veloce” , rispondo che questa riforma è attesa da 70 anni. Se sei mesi a lettura vi sembra andare troppo in fretta, perdonatemi.”

Ovviamente le opposizioni sono sul piede di guerra con i grillini e Gasparri che si appellano al Capo dello Stato perché intervenga, mentre la minoranza dem mantiene le sue posizioni e non demorde dal Senato elettivo, ma si troverebbe in difficoltà a non votare la soppressione totale di Palazzo Madama al punto che uno dei suoi esponenti più intransigenti, Corradino Mineo, annuncia che, a questo punto, presentare lui con altri senatori un emendamento per la soppressione del Senato”.

La mossa di Renzi sta cambiando le carte in tavola e addirittura anticipa la manovra-trappola che i suoi avversari nel Pd stavano preparando : far cadere la riforma già dal primo articolo che con un emendamento, richiederebbe una nuova votazione a scrutinio segreto. E lì si potevano saldare tutti gli oppositori al premier . Che oggi ha avuto due brutte notizie sul piano economico che sembrava volgere al bello. La prima è venuta dalla Banca Centrale Europea che nel suo bollettino scrive : l’Italia, come Belgio e Francia, dovrebbero usare i risparmi da minori interessi per ridurre il deficit anziché aumentare la spesa. E ricorda che Italia e Belgio hanno “elevati gap” nel consolidamento strutturale richiesto dalla regola del debito.

La seconda è giunta dall’Istat: a luglio sono calati export ed import , in particolare le esportazioni sono diminuite del 3,7% anche per la flessione dell’1,5% delle vendite verso i mercati dell’UE. Per fortuna su base annua la statistica è ancora positiva, ma non è una buona notizia quella dell’Ocse che ammette una ripresina quest’anno, ma bloccata, poi, nel 2016.

Alti e bassi, dunque, difficile avere certezze per il futuro anche se il premier ritiene che le riforme saranno i suoi frutti positivi e, intanto, quale leader Pd ha convocato la direzione per lunedì quando si dovrebbe conoscere la decisione del presidente del Senato sull’ammissibilità degli emendamenti all’art. 2. Se la scelta fosse per il voto , ecco l’invito renziano ai suoi senatori non di disciplina di partito, ma di lealtà e responsabilità; ecco l’annuncio dell’abolizione totale del Senato, abbassando, così, costi e garantendo una maggiore efficienza parlamentare con una sola Camera. C’è solo da chiedersi : ma davvero la maggioranza assoluta dei senatori voterà la propria soppressione con un suicidio politico di massa? Ho qualche dubbio in proposito e c’è, per questo, da attendersi un’altra mossa a sorpresa (ma non troppo)del Renzi-ter. Che non ha alcun timore d’essere un uomo solo al comando anche perché le alternative scarseggiano.