Una condanna che ricarica Berlusconi e lascia il cerino acceso al Pd

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2 agosto 2013
Un noto vecchio editorialista apre così il suo editoriale di oggi sula condanna comminata a Berlusconi: “Non finisce qui. Si illude, infatti, chi ritiene che con la condanna, confermata, ieri, dalla Cassazione per frode fiscale, Silvio Berlusconi sia stato eliminato dalla scena politica”. Lo ha dimostrato con la sua accorata dichiarazione televisiva, con la quale ha chiamato a raccolta il suo popolo attorno alla rinascente Forza Italia. Lo dimostra pure la reazione di un principe del Foro come l’avvocato Coppi che, dopo aver detto: “fosse stato un comune cittadino sarebbe stato accolto” poi, insieme agli altri difensori Ghedini e Longo ha precisato: “perseguiremo ogni iniziativa anche nelle sedi europee”. Il che costituisce l’annuncio di un ricorso alla Corte di Giustizia dell’Ue sulla base dei 47 punti respinti dalla Cassazione nei quali, secondo gli avvocati del Cavaliere, si dimostravano l’insussistenza delle accuse mosse.
Che Berlusconi sia una vittima di quella parte della magistratura “rossa” che da vent’anni lo sta perseguitando, non vi è più alcun dubbio, si ripete, sempre con la Procura di Milano, quanto è stato fatto nei confronti dei partiti democratici, tutti spazzati via da “Tangentopoli”. A questo punto non ci sarebbe da meravigliarsi se, in questo contesto, Berlusconi non chiedesse né gli arresti domiciliari per l’età, né l’affidamento ai servizi sociali, lasciando ai magistrati la decisione se inviarlo o meno in carcere per un anno. Da vittima diverrebbe anche martire con ulteriori conseguenze positive per la rinata Forza Italia in termini di consenso.
Il problema si porrebbe ne coso di elezioni anticipate, per la presenza del nome “Berlusconi” nella scheda elettorale, ma, per questo un escamotage si può sempre trovare: oltre a far candidare un suo figlio, cosa questa che farebbe parlare di dinastia, si potrebbe anche pensare ad esempio pensare ad una frase come “Forza Italia per Berlusconi”.
Ovviamente, per il momento, viene confermato il sostegno al governo, lasciando, così, il cerino acceso nelle mani di un Pd, dove gli antigovernativi e gli anti berlusconiani più accesi sono all’offensiva. Agli uni e agli altri hanno dato voce , ieri sera,Pippo Civati ( “Il Pd valuti un exit strategy verso le elezioni”) e l’ex-pm Felice Casson (“non si governa con un condannato” ) con una base in evidente fibrillazione .
Il segretario Epifani ha cercato di correre ai ripari con una dichiarazione “giustizialista” , ma senza volerlo ha portato farina al mulino dei nemici del governo delle larghe intese. Ha, infatti, avallato in pieno la sentenza della Cassazione, aggiungendo che “non va solo rispettata,ma anche applicata e resa applicabile”( riferimento chiaro alla ineleggibilità di Berlusconi) se necessario anche con il voto dei parlamentari democratici. Ha, inoltre, ammonito il Pdl :”non usi forzature di carattere istituzionale”.
Ha un bel dire la presidente del Friuli Debora Serracchiani “ci siamo occupati troppo di Berlusconi e dei suoi guai giudiziari, ora è il momento di pensare agli italiani”, ma i molti suoi colleghi di partito la pensano diversamente e i nove minuti di appello televisivo dell’ex-premier hanno certamente rinfocolato quell’antiberlusconismo che , in realtà, ha sempre danneggiato la sinistra e fatto il gioco del Cavaliere. Ho l’impressione che anche questa volta il risultato rischi di essere lo stesso. E non è un caso che Matteo Renzi inviti il Pd alla prudenza,”non prestiamo il fianco alle provocazioni- dice ai suoi ,- Non siamo incendiari” aggiungendo “ il Cavaliere va sconfitto nelle urne.” . Ed oggi, si andasse alle elezioni anticipate ad ottobre per responsabilità dei democratici, il sindaco di Firenze sa bene che sarebbe difficile anche per lui battere un avversario vittima e martire.
Diciamola tutta. La verità è che Berlusconi ha pienamente ragione : la magistratura italiana è infiltrata da elementi comunisti decisi a portare la guerra di classe nel cuore stesso delle istituzioni.
Come dice il proverbio : il pesce puzza dalla testa. In questo caso è proprio la Suprema Corte, la Cassazione, a emanare le odiate esalazioni. Gli ormai attempati esponenti di Magistratura Democratica ( corrente da tempo in crisi di identità, anche a causa della lunga decomposizione del partito di riferimento ) hanno trovato rifugio sulle alture della Cassazione e di là continuano a combattere la loro battaglia come micidiali cecchini della giurisdizione.
A questo punto se ne è accorto anche il Presidente Napolitano che ieri, a cose fatte, ha dichiarato: ”La strada maestra da seguire è sempre stata quella della fiducia e del rispetto verso la magistratura. Ora auspico una riforma della giustizia”. Queste le prime parole di Giorgio Napolitano.
Saremo forse,davvero ,alla chiusura di un ciclo politico , come affermano molti osservatori, ma ancora non si intravede il nuovo che si dovrebbe affermare. Di certo c’è che Silvio Berlusconi, nonostante una pesante condanna , condiziona ancora la scena politica italiana ,piaccia o no alla Serracchiani o al Renzi di turno. L’unico augurio che possiamo fare è quel “no a interessi di parte” ripetuto da Enrico Letta, ma la sensazione è che si dissolva nel vento di una tempesta per l’Italia. Nei prossimi mesi avremo la contro prova.