Una giornata Drammatica (non c’è solo Parigi)

Standard

C’è solo da dire “poveri noi!”. “Poveri noi” per un mondo che pare sempre più dominato dal terrore e dalla violenza, ma anche per un’Italia dove la corruzione galoppa , assistiamo per questo a pluri-arresti quasi quotidiani, mentre il debito pubblico aumenta di oltre due miliardi di euro e la disoccupazione, nonostante il famoso Jobs Act, raggiunge la cifra record del 13.4% con la punta addirittura del 43.9% per quel che riguarda i giovani.

Sì, oggi è proprio una giornata drammatica ad iniziare dalla tragedia di Parigi che evoca anche ancestrali paure e rischia di farci commettere l’errore terribile di prendercela con tutto l’Islam per una minoranza terroristica che uccide senza pietà anche islamici comE è accaduto per il poliziotto parigino e come accade in Afghanistan, Pakistan, Iraq e altrove. No a guerre di religione, quindi, ma condanna senza e senza ma per chi finisce solo per essere un terrorista , credendo di diventare un martire, e chi indottrina, maniponandoli, giovani spesso disperati e senza futuro.

Per troppo tempo l’Occidente, e in particolare gli Stati Uniti e, in alcuni casi, anche i francesi, hanno finanziato ed armato realtà e Paesi musulmani, anche guidati da dittatori, per utilizzarli contro chi era in quel momento un nemico. E’ accaduto con l’Iraq di Sadam Hussein nei dieci anni di guerra con l’Iran, s’è ripetuto con i talebani quando i sovietici avevano invaso l’Afghanistan, stava per accadere con Assad e la Siria e potremmo continuare con gli esempi come l’iniziativa franco-americana di eliminare Gheddafi, lasciando, senza volerlo, il campo a Bengasi ai jahidisti Né da meno sono stati i Paesi arabi petroliferi ad iniziare dall’Arabia Saudita, solidi alleati degli Stati Uniti, ma anche furbescamente finanziatori degli estremisti musulmani, sperando di evitare attentati, scoprendo, ora, che i milioni di dollari elargiti sono serviti a comprare armi e reclutare militanti sì che il Califfato dell’Isis ha iniziato a minacciare i confini sauditi con un attacco ad un posto di frontiera, nel corso del quale è stato ucciso anche un generale.

In sostanza, in molti hanno contribuito ad aiutare i sunniti (anche Sadam Hussein era sunnita) che cercano di rilanciare uno Stato coranico e di alimentare una nuova guerra santa contro gli infedeli ,nel novero dei quali hanno messo anche i traditori sciiti.

Appare, quindi, fondamentale che gli oppositori dell’attuale terrorismo fondamentalista islamico facciano un esame di coscienza ed assumano, prima che sia troppo tardi,le necessarie contromisure. Auguriamoci che, finalmente, ci si renda conto, ad iniziare dagli Usa, degli errori commessi.

Per quanto riguarda noi italiani dobbiamo fare i conti con una classe politica che, Renzi sì, Renzi no, appare del tutto inadeguata e non è un caso che solo il 3% dei cittadini abbia fiducia negli attuali partiti e il 7% nel Parlamento. Quando, nonostante promesse e una riforma del lavoro che doveva essere una specie di panacea dei mali dei troppi che non hanno un lavoro, la disoccupazione tocca record impressionanti e sta distruggendo un intera generazione di giovani, mentre il debito pubblico sale sempre più, proprio in presenza di una deprimente deflazione dell’eurozona, significa che ci vuole tanto coraggio per avere quella speranza che il Papa ci invita a non farci rubare.

Purtroppo, oggi, in questa giornata drammatica non è facile avere speranza. Sì, perché le guardie di finanze hanno arrestato il prefetto di Benevento Ennio Blasco, accusato insieme a tre imprenditori, di corruzione e concussione quand’era ad Avellino per “facili” certificazioni antimafia. E sempre lì a Benevento è indagata per questioni legate all’Asl Sannita l’ex-ministro Di Girolamo, attualmente capogruppo alla Camera del Nuovo Centrodestra, mentre a Roma ecco 28 indagati, 22 dei quali arrestati, ancora per corruzione e concussione: si tratta di funzionari pubblici (municipi di Roma ed una Asl), imprenditori, professionisti.

Aggiungete, anche, il capitolo “mafia capitale” che quasi ogni giorno si arricchisce di qualche capitolo, compresa la lettera inviata da Buzzi ai soci delle cooperative nel 2004 affinchè, alle europee, votassero Zingaretti ( oggi presidente della Regione Lazio) e Giovannelli, ambedue del Pd, considerate la “manina” che aggiunge ad un decreto governativo,,poi ritirato, quello che alcuni hanno definito il “salva Berlusconi”, scoprendo che la “manina” era del premier e l’ex-Cavaliere era all’oscuro, mentre Renzi dice di non aver pensato al firmatario del Patto del Nazareno, che pare vacillare con la nuova legge elettorale, ed avrete un quadro, molto approssimativo, di uno Stato ed un sistema che si stanno sempre più sfaldando.

Ritenevo che per il premier fosse da prevedersi un”febbraio di fuoco”. Sbagliavo i tempi di poco: Si’, perché il fuoco si è acceso in gennaio e non ci sono solo le forche caudine dell’elezione del nuovo Capo dello Stato (e la “manina” forse ha bruciato la forte candidatura del ministro dell’Economia Padoan), prima c’è l’Italicum , sul quale la sinistra Pd darà battaglia, ma potrebbe anche essere alla base, magari su autorevole suggerimento internazionale, di un brusco cambiamento berlusconiano capace di mandare in tilt Renzi. Tutto questo, mentre la crisi socio-economica morde sempre di più e il terrorismo alimenta una paura che può sconvolgere la geografia politica dell’Europa, Italia compresa.