LA PAURA FA 90 E RENZI (non solo lui) TENTA DI ACCELERARE I TEMPI

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Nei giorni scorsi scrivevo che, contrariamente a quanto poteva apparire, il sindaco di Firenze avrebbe lasciato maturare i tempi per porre la sua candidatura al premierato, appoggiando Letta nella sua azione di governo. Anche se le cose, apparentemente non hanno subito accelerazioni evidenti, forse Anche per tener vivo il discorso, Renzi si autopropone, lo fa ripetendo quello che fece a Bersani sulla proposta del nome di Marini alla Presidenza della Repubblica quando, pubblicamente, fece dire ai suoi uomini in Parlamento, che loro non lo avrebbero votato. In occasione della mozione sulla proposta della modifica della legge elettorale, un suo uomo capeggiava una sua mozione in contrapposizione a quella concordata dalla maggioranza. Era quasi ovvio che quest’ultima non passasse, comunque è rimasta li come fatto di disturbo e di dimostrazione che nel PD l’aria di fronda è latente ed i trabocchetti sono sempre a portata di mano per fare lo sgambetto al governo al momento che se ne presentasse l’occasione.
Dopo il fatto “mozione”, altro campanello d’allarme lo ha fatto squillare lo stesso Renzi, presentando la sua ultima fatica letteraria a Roma, “Oltre la rottamazione”. Le espressioni usate dal giovane Sindaco di Firenze rivolte al governo sono “basta vivacchiare, si devono fare le riforme” e , sfidando Letta dice “ abolite il Senato e fate la riforma elettorale, oppure vuol dire che vivacchiate. E così non ci salva neanche Rambo”. “La prima cosa da fare, che richiede il tempo di una riforma costituzionale (minimo sei mesi), è quella di abolire il Senato come Camera che da la fiducia”. Per Renzi, i senatori devono varare la Camera delle autonomie. “E’ una scommessa. Se siamo coraggiosi lo facciamo. Se non siamo pronti poi non ci lamentiamo della legge elettorale più brutta possibile”. Ed aggiunge: io non voglio scardinare il governo “siamo alle barzellette… Ieri è successa una cosa molto semplice: la cosa che chiedono gli italiani è che si facciano le riforme. Se saranno fatte torneranno a parlare lo stesso linguaggio la società politica e quella reale. Se non avverrà si sarà persa una occasione”.
Le parole di Renzi vorrebbero convincere sia i media che lo stesso Letta che non vi è nessuna accelerazione, ma questo, come abbiamo detto, contrasta con i comportamenti dei suoi. La mozione presentata dal deputato Giacchetti, di un ritorno alla vecchia legge elettorale definita Mattarellum è li a dimostrare due cose: se non è lui a voler anticipare i tempi di una crisi si governo che porta inevitabilmente al voto, pensa che altri stiano tramando per far cadere il governo, allora vuole tutelarsi per non andare al voto con l’attuale legge elettorale. Ma chi vuole eventualmente far cadere Letta? Possiamo ben dire che su quella linea vi sono posti in piedi e tutti o quasi, vengono dallo stesso pollaio. Quella dei renziani potrebbe essere solo un atteggiamento di protezione, la vera minaccia, come ho più volte sottolineato, viene dal fuoco amico, il PD. Chi ritiene che la vecchia guardia si sia rassegna alla rottamazione, sbaglia di grosso: D’Alema e Veltroni dimostrano ancora una vivacità di tutto rispetto. Renzi, nella sua azione cerca di distinguersi dalla linea ufficiale del partito, non così i due ‘notabili’: D’Alema, appena ieri dichiarava in materia di legge elettorale: “La vera misura di salvaguardia è il ritorno alla legge maggioritaria fondata sui collegi funzionava”. “Se invece ci limitiamo a passare dal porcellum al proporzionale, a una legge di liste bloccate con il proporzionale puro, rischiamo di favorire uno sgretolamento del sistema politico. Oppure il disegno potrebbe essere rendere non eccezionale le larghe intese, ma la nuova regola”.
Un avvertimento a Letta, nemmeno troppo velato.
Veltroni invece affronta il problema da lato della richiesta della Corte Costituzionale in materia di legge elettorale e sostiene che “l’Italia deve ispirarsi al modello della alternanza: E prosegue “Se l’unica modifica consiste nell’introdurre una soglia del 40 per cento per ottenere il premio di maggioranza, non va bene. Possono esserci altre soluzioni per rispettare le decisione della Corte”.
Una cosa è certa, la confusione che è nel PD lascia Letta al suo posto ed anche se sarebbe sogni di tanti, nessuno ha il coraggio di scagliare la prima pietra e il Premier finchè avrà il coraggio di ‘governare’, sarà molto difficile che vi sia qualcuno disposto a far cadere il governo. Solo se vi saranno tentennamenti le cose potrebbero prendere una piega diversa ed allora, unica soluzione plausibile è andare al voto.