LA GIUNTA PIGLIARU E LA SANITA’ SARDA – Non aspetti a fare il “botto”

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Bisogna ben dire che la Giunta Pigliaru, nata cotta, non navighi in acque tranquille, non basta saper andare di bolina per superare i venti avversi, tanto più quando di venti si capisce poco.

Ieri la hanno voluta salvare dall’onta di essere messo in minoranza dalla sua stessa giunta, la crisi  è stata sfiorata miracolosamente quando sette degli undici assessori hanno dichiarato che non avrebbero partecipato al voto che avrebbe dovuto decidere sulla nomina dei manager della ASL unica.

Senza entrare nel merito dei nomi che sono oggetto della cronaca e senza far cenno alla concentrazione di ogni potere alla perifericità del capuluogo regionale, mi sarebbe piaciuto, e con me, credo, moltissimi altri utenti della sanità di questa bellissima regione, conoscere meglio i motivi di questa decisione tanto inutile quanto scomoda.  Poi, i conti? Si, avrei tanto apprezzato se il sig. Arru mi avesse proposto un bello specchietto, fatto magari in bella calligrafia, senza complicazioni, insomma, un cds (conto della serva) dove, io, il contadino del campidano, il laureato di Tempio, il pastore di orgosolo, insomma tutti i sardi riuscissimo a capire quale cifra ci rimarrebbe in tasca con l’applicazione di questo bel provvedimento.

Vorrei anche dire al sig. Arru che mi farebbe piacere se non usasse la sua persona per stabilire le capacità dei sardi, visto che tra i nomi dei candidati a quell’incarico non ne ho visto uno  con il cognome che termini con “u”, “a”, “s” , ecc. che denunci un minimo di discendenza dell’isola. E’ possibile che questa terra necessiti di maghi che giungano da oltremare per gestire il denaro dei sardi?

Se dicessi che sono un sostenitore del dr. Tecleme sarei un ipocrita, uno che mi dice che con le sue grandi capacità è riuscito a “bloccare” le perdite di bilancio in sedicimilioni e oltre, non può certo meritare plausi, tanto più che ammalarsi nella ex provincia di Olbia è sempre più un problema,anzi vorrei dire, mandiamo a casa il dr. Tecleme, ma, poi a chi affidiamo il coordinamento della sanità gallurese? Perchè, sig. Arru, qualcuno che coordini ci vuole. Allora se dobbiamo sostituire un titolo con un altro e il direttore della ex ASL da chiamarsi coordinatore, dov’è il beneficio per i cittadini? Oppure cosa vogliamo fare, spostiamo gli ospedali a Cagliari e per “schiacciare” un foruncolo ce la caviamo con trecento kilometri di auto per raggiungere la centralità dell’isola?

Signor Pigliaru, ci chiarisca di quale vita dovremo vivere, lo so che non gli è facile forse sarebbe per lei molto più semplice tornare al suo mestiere che, mi risulta, lo faceva pure abbastanza bene, d’altra parte, la politica, quella vera, non si studia, si, si può apprendere ma, alla fine è un arte  e, non è detto, che tutti possano avere la sensibilità di disporne.