L’ITALIA VERSO IL TRACOLLO SOLO I GIALLO-VERDI NON VOGLIONO RENDERSENE CONTO E MOLTI LEGHISTI VEDONO NERO

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Mentre Salvini da Parigi ci racconta di una ipotetica nuova “Asse Francia-Italia” per combattere i flussi migratori, il Presidente Conte, non si riesce a capire se ci fa o è convinto, rischiando di diventare una macchietta quando insiste a parlare di forte ripresa, mentre il Paese, ‘coro en populi’, ci danno col Pil sottozero, ossia -02. Ma lui, il primo ministro per caso, sprizza ottimismo e sorriso, imitato dai suoi due vice, uno dei quali, il grillino Di Maio, è ormai in caduta libera, come confermano i sondaggi con il M5Stelle sorpassato addirittura dal PD che, pure, ha una crescita limitatissima forse dovuta all’apertura delle porte agli ex-scissionisti con in testa Bersani. L’altro vice, Matteo Salvini, è sempre in alto nei sondaggi, che comunque esprimono l’opinione del 50% degli italiani, ma anche lui non dovrebbe stare tranquillo, sarebbe molto meglio se iniziasse ad ascoltare i suoi da Giorgetti, Zaia e ministri che gli suggeriscono di dire addio a Di Maio e soci prima che lo tsumani politico che sta colpendo i grillini, investa anche lui a causa dell’altro tsumani, quello economico, devasti la Lega. Lui fa orecchie da mercante, tutto preso dal suo delirio di potenza quando anche i suoi più fidati consiglieri gli dicono che la paura dei migranti non funziona più, mentre aumenta, in maniera paurosa, la tempesta economica con un governo che ogni giorno di più si dimostra incapace di affrontarla e, come sostengono in molti, alla fine colpirà proprio lui, Salvini, considerato il numero uno di quella assurda alleanza, con i penta stellati.
Altro che “Asse Francia-Italia”, non gli va, certo, meglio a livello internazionale, sarà meglio dare un addio al suo sogno di collegare i sovranisti d’Europa per rivoluzionare Bruxelles: alla convention che aveva promosso non si sono presentati nemmeno la Le Pen e gli austriaci, di Orban neppure a parlarne, lui è rimasto con i popolari, ed i polacchi hanno detto chiaro e tondo che il programma salviniano è irrealizzabile e tanto, dopo le elezioni europee, sarà costretto ad andare tra Conservatori e riformisti, ai quali ha recentemente aderito Fratelli d’Italia.
I dioscuri (a parole, poi divisi su tutto) governativi si illudono di cambiar tutto nell’UE, mandando a casa l’attuale maggioranza: per quel che possono valere i sondaggi popolari, socialisti e conservatori rimarranno in sella e, anche se non è scontato, al posto di Junker Salvini si troverà a capo della Commissione il candidato della Merkel, ossia un bavarese.
Si ha l’impressione che Salvini non si accorga nemmeno del vuoto che esiste al centro dello schieramento politico con quel 50% che dice di non andare o votare o di non sapere chi votare. E tra questi ci sono anche big-personaggi che, a distanza di anni, hanno scoperto che “è meglio morire democristiani”. Filippo Ceccarelli, noto giornalista di “Repubblica” ed affermato scrittore l’ha messo nero su bianco nel suo recente libro “Invano.Il potere in Italia da De Gasperi a questi qua”. Leggete queste sue frasi : “Magari morissimo democristiani, ci metterei la firma. Li abbiamo presi in giro ed avversati, ma oggi, purtroppo, giungo a una conclusione tragica: erano migliori dei loro eredi.” E un altro big-scrittore come Antonio D’Orrigo scrive di “nostalgia canaglia”, citando una famosa canzone di Al Albano, cioè nostalgia della DC e sottolinea “Oggi, a distanza di 36 anni, morire democristiani appare il migliore dei finali possibili.”
Ora, non si può far risorgere una DC, ma quei valori, sì, e potrebbero coprire quel centro vuoto, e, perché no, associato ad una modesta sinistra moderata (vedi Renzi), mettiamo De Gasperi-Moro-Adriano Olivetti, laici e cattolici insieme come nella migliore tradizione politica italiana. Tutto, comunque, sempre meglio d’un giallo-verde che ritiene di poter unire gli opposti e provoca solo tsumani che devastano gli italiani