CANTIERI BLOCCATI PUR FINANZIATI PER 62 MILIARDI MENTRE NEL GOVERNO E’ RISSA CONTINUA E IL PAESE CROLLA

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Mi sembra un film già visto molti anni fa, tanti ma non per questo dimenticati, erano i tempi del compromesso storico e chi andò “sotto schiaffo” fu la Democrazia Cristiana. Le cose cambiano, ci sono i ricorsi storici di antica memoria cambiano, apparentemente, i soggetti, alla fine il sistema rimane quello e nessuno ha il coraggio di porvi riparo.
il riferimento è a quanto sta accadendo nell’attacco alla politica, pericoloso come allora, ora, però, gli interessati possono vantare una esperienza, seppur brutta, vissuta. Alle volte mi viene spontaneo chiedermi che fine abbia fatto DiPietro, si, quell’ex sostituto procuratore, diventato poi politico e ritornato alle origini (almeno così è voluto apparire) cavalcando un trattore, nuovo coriolano aggiunto.
andiamo per ordine: Ogni giorno le televisioni (persino il TG1 superlottizzato giallo-rosso) ci mostrano le immagini drammatiche del nostro Paese che sta letteralmente crollando, mentre i fiumi esondano invadendo città e campagne e l’acqua alta sommerge quella perla di bellezze artistiche che è Venezia, corrodendo anche le colonne di marmo delle Chiese. I viadotti si sgretolano ed hanno parzialmente isolato Genova ed i nostri litorali vengono devastati da mini tsunami con i venti che spazzano via tutto a velocità supersonica.
Dire che siamo in una terribile emergenza è dir poco, ma i nostri governanti che fanno? Litigano continuamente tra loro, i presunti alleati parlamentari minacciano, a ripetizione crisi di governo, se non si farà quello che ad alcuni piace moltissimo ed ad altri per niente, guardate la questione della prescrizione breve. Fu approvata, dal Conte1 per una impuntatura dei grillini, rinviando l’applicazione al 1 gennaio 2020 a patto che si fosse fatta anche la riforma del “processo breve”. Questa riforma è al di là da venire, ma il ministro della Giustizia (lo era anche nel governo con la Lega), il grillino Bonafede dice “no” ad ogni richiesta di modifica del PD e d’Italia Viva col rischio che, alla fine, dem e renziani votino il disegno di legge del forzista Costa che stoppa la prescrizione breve per collegarla, come era previsto “solennemente” di collegarla al “processo breve”.
Vi risparmio lo scambio di accuse reciproche con il vice-segretario del PD Orlando, ministro della Giustizia nei governi Renzi e Gentiloni che chiede il rispetto del collegamento tra le due riforme ed invia un maligno messaggio ai pentastellati ricordando che il 1 gennaio andrà in vigore anche la sua riforma delle intercettazioni, duramente avversata dal M5S. Il rischio di questa querelle è la crisi di governo con il premier Conte che s’è inopinatamente e direi molto stranamente messo dalla parte dei grillini ed il non amato Di Maio… al quale, per la verità, la crisi non dispiacerebbe perchè è in mezzo ad una tempesta di critiche da parte dei suoi e solo l’intervento di Grillo l’ha momentaneamente salvato, ma ormai sono in molti, a partire dai senatori grillini, che vogliono la testa del capo politico e già una pattuglia pare pronta a trasferirsi da Salvini.
Di tutto questo, ovviamente, ai cittadini alle prese con il maltempo ed un clima ormai da alluvioni e cicloni, come fossimo ai Tropici, non interessa proprio e non mi pare un caso che, nei sondaggi, ormai la percentuale del non voto e, degli incidenti si stia avvicinando al 50% , mentre chi è in testa alla top ten dei politici odierni, come il premier Conte, si prende il 41% di non fiducia e del 31% di poca, immaginatevi gli altri. C’è da meravigliarsi se sono spuntate le “sardine” che hanno dato voce a quell’Italia sconosciuta, che sta realizzando una pacifica rivoluzione. E’ l’Italia che recupera terreni abbandonati e li fa risorgere, che rinunzia a posti di lavoro ben retribuiti per scegliere quel che più piace, che abbandona importanti collocazioni all’estero e torna in Italia per, magari, fare l’enologa nel paese natio e così via. Non sono più, ormai, casi rari ora anche in “Buone Notizie” (supplemento del “Corriere della Sera”) qualche notizia del genere si può leggere e, sempre, si tratta di realtà fuori dai canali istituzionali, frutto di iniziative private o individuali e che iniziano a fare rete come stanno facendo le sardine. Se le due realtà si incontrassero in chiave politica sai che sorpresa? Viene spontaneo, anche quì chiedersi: “Ma chi li finanzia?”
Alcuni politici se ne stanno rendendo conto, ma ora di nuovo alcuni PM sono scesi in campo e, guarda caso, hanno preso di mira il più giovane degli attuali big politici, quel Matteo Renzi che è una spina nel fianco per molti suoi colleghi. In passato, dopo una veloce scalata al potere, ha anche commesso errori, ma. dopo una pausa forzata, è tornato in campo, fondando anche un nuovo partito e guardando al centro ed evitando il colossale sbaglio commesso alla guida del Pd, portandolo, a livello europeo, nelle braccia dei socialisti, perdendo (rispetto alle “europee”) oltre il 20% di moderati. L’inchiesta sulla Fondazione renziana Open che dal 2012 al 2017 aveva raccolto 6,7 milioni di euro per supportare l’attività dell’allora sindaco di Firenze e la sua Leopolda. “Tutto alla luce del sole, tutto regolare” dice Renzi che non manca di accennare ad un accanimento giudiziario dei due PM fiorentini titolari dell’inchiesta che, in un altra causa, avevano chiesto gli arresti dei genitori di Renzi, negato dal Tribunale del riesame.
Poiché presidente della Fondazione era un noto avvocato fiorentino Bianchi, molto esperto anche in questioni fiscali, mi parrebbe strano che avesse commesso scorrettezze come ipotizzano i due PM, sostenendo che venivano fornite bancomat e carte di credito a parlamentari per favorire il “cerchio magico” renziano, in sostanza finanziamento illecito ad un partito. Di fatto, secondo l’accusa (ovviamente da dimostrare) l’avvocato Bianchi prendeva parcelle da personaggi per il suo lavoro e, poi, faceva una donazione all’Open per una parte di quelle somme, donazioni naturalmente pubbliche e registrate.
Vedremo come andrà a finire, anche se difficilmente per questa strada riusciranno a fermare la nuova corsa politica di Renzi. Di Maio ha proposto una commissione di inchiesta sul finanziamento ai partiti credendo di mettere in difficoltà i renziani. La risposta di Renzi è stata pronta: “d’accordo, ma facciamola anche sulla Piattaforma Rousseau”. Com’è noto alla piattaforma i parlamentari grillini dovrebbero dare ogni mese un bel pò di euro.