CHE STRANA MAGGIORANZA- PRESENTATA UNA VALANGA DI EMENDAMENTI SULLA MANOVRA CON IL PD CHE NE PRESENTA PIU’ DELLA LEGA

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Qualcuno mi darà del bugiardo, qualche altro che devo leggere, oltre i titoli dei giornali, anche il corpo dell’articolo, da parte mia, continuerò a percorrere la mia strada, magari sottoponendomi al giudizio di chi mi legge, sia esso positivo che altro. Sono rimasto di sasso nel vedere la valanga di emendamenti circa 4500, sulla “bella” manovra tanto elogiata non solo dal premier Conte, ma anche da Zingaretti che l’ha definita ricca di grandi e importanti novità” e poi fa presentare al suo partito più emendamenti della Lega: 920 contro 905. e 400 sono dei 5Stelle 230 di Italia Viva che vuole eliminare tutte le microtasse, comprese, ovviamente, quelle della Plastic e Sugar tax e delle auto aziendali, oltre a cancellare Quota 100 per destinare quei miliardi alle famiglie, ai lavoratori, ad un cuneo fiscale più robusto, alla sanità e così via.
Mi si vorrà che sono piuttosto duro nei miei giudizi ma mi si dovrà dare atto che è proprio una strana questa maggioranza giallo-rossa che fa e nel contempo disfà e con un premier che afferma che la Finanziaria (alias manovra economica, alias bilancio di previsione dello Stato) diminuisce in modo straordinario le tasse e favorirà la crescita con l’Italia ferma ai blocchi economici come affermano tutte le maggiori agenzie di rating, il Fondo Monetario Italiano, la Banca d’Italia, l’Unione Europea, l’Ocse e via dicendo.
Ora Matteo Renzi sarà anche antipatico, ma le sue proposte, il suo piano Shock con tutti i cantieri già finanziati aperti, secondo l’Ance, l’associazione dei costruttori, 300 mila posti di lavoro grazie ai 72 miliardi di lavori pubblici, ovviamente comprese le grandi infrastrutture che non piacciono ai grillini visto che l’ex-ministro Toninelli era contrario alla Tav ed ha ritardato, non stanziando lavori per 200 milioni, il completamento del Mose, si prorio quello che molti tastieristi dei social attribuisco Zaia.
Ora mi pare singolare che il segretario dem Zingaretti insista a dire, come ha fatto all’Assemnlea del suo partito a Bologna ed ha ripetuto nella mega-intervista a “Repubblica”, che (cito il titolo a caratteri cubitali dell’intervista) “Il governo trovi l’anima o noi e Di Maio affondiamo”, sottolieando, inoltre, “non si può governare insieme da avversari. Alleanza è concetto diverso, si basa su un progetto comune” ED ancora :”La manovra finanziaria ha un’anima, il governo non ancora e se non la trova rischia, basta liti” ( non sono parole mie). Detto questo e insistendo sull'”alleanza storica” con i grillini, poi che fa? Tanto per sottolineare coerenza, presenta più emendamenti alla “bella” manovra che porta la firma del suo ministro dell’Economia e propone lo Jus Soli, lo Jus culturae ed altre misure provocando l’immediato no dell’alleato Di Maio che dice chiaro e tondo che se il Pd continua a non approvare la riforma penale del ministro grillino Bonafede ( anche Salvini diceva no.) che comprende modifica della prescrizione, si va tutti a casa.
Bisognerebbe scomodare Kafka per valutare questi assurdi comportamenti che sanno tanto di campagna elettorale, da una parte e dall’altra, sulla pelle dei cittadini indifesi. E Renzi, contro il quale gli strali zingaretiani si infittiscono, ha inviato via intervista al “Corriere della Sera” un appello al Pd: non fate la crisi di governo perchè fareste il gioco di Salvini ed avremmo un nuovo Presidente del Consiglio sovranista.
Intendiamoci anche il leader di Italia Viva sta giocando le sue carte e per qualcuno è sospetto il suo insistere nel dire no ad elezioni anticipate. E se fosse anche per lui l’obiettivo per marzo o aprile. E se Italia Viva finisse per ritrovarsi nel PPE proprio insieme alla Lega? Visto che, ormai, siamo al “teatrino dell’assurdo”, non della politica solita, tutto può essere come -secondo alcuni- la sceneggiata sull’ex-Ilva, tutto concordato tra premier Conte ed Arcelor-Mittal, tutto previsto con intervento della Cassa Depositi e Prestiti, contratto riveduto e corretto alla luce della crisi dell’acciaio in Europa, qualche esubero in stile Alitalia e si riparte, ossia la più grande acciaieria del nostro continente continua a produrre ed i fornitori verranno così pagati. Resta da vedere se l’intesa, che sarebbe già fatta, viene sancita subito e si andrà per rinvii in modo da varare la manovra, quindi niente esercizio provvisorio, l’Iva che non aumenta, e, quindi, anche se i grillini si spaccano sul ripristino (non solo per l’ex-Ilva) lo scudo penale che verrebbe, sì, votato con l’apporto determinante del centro destra e, dunque, ecco la crisi annunciata. E già si sussurrano vocine e bisbigli: non è, questo giallorosso, l’ultimo governo della legislatura, Mattarella lo minaccia, ma ci sarebbe pronta la soluzione B per Palazzo Chigi. Può essere, siamo o non siamo nel teatrino dell’assurdo, certo, fare ipotesi su quella che potrebbe essere una nuova maggioranza è quasi impossibile e che, poi, sia capace di durare sino all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica mi pare un pò folle. Anche se alcuni spifferi da oltreoceano dicono che proprio il polivalente (si fa per dire) Conte, un giorno a braccetto anche con Salvini, l’indomani a braccetto con Zingaretti e, sempre, ovviamente affiancato dai grillini, proprio li sarebbe in pole position per il Quirinale, forte dell’appoggio americano, che avrebbe sempre avuto per la sua collaborazione con lo Studio del professor Arpe polo avvocatesco italiano, con appendici europee, di interessi imprenditoriali Usa.
Io se dovessi scommettere punterei su Draghi come nuovo inquilino del Colle e nuove elezioni politiche ad aprile. Salvini e Renzi avrebbero già fatto l’accordo sull’ex-presidente della Banca Europea, non a caso il leader leghista ad una precisa domanda su questa candidatura ha risposto in inglese un clamoroso “perchè no”, proseguendo sulla strada che dovrebbe portarlo nel PPE, ma non a Palazzo Chigi: lì potrebbe arrivarci un tipo alla Conte o un Giorgetti che piaceva tanto ai dem ai tempi renziani. Avremo la possibilità di vedere visto che tutto succederà presto.