IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI NON BLINDA IL GOVERNO CONTE COME SPERANO I GIALLO-ROSSI. CHE BRUTTA FIGURA HA FATTO IL PD!

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Che brutto spettacolo quel trionfalismo smodato da quel po, po di ministro degli esteri dopo quella votazione pressocchè unanime che ha stravolto la costituzione, sollecitata da un Di Maio che, quasi certamente non ha neppure capito cosa stava votando. Se il fior fiore dei costituzionalisti hanno predicato per giorni che l’operazione riduzione dei parlamentari non si doveva fare, e lo hanno argomentato anche a prova di ignorante, ci sarà stato bene un motivo.
Così, alla Camera, ha trionfato sia la demagogia, sia la sete di potere, sia il timore di perder voti. Così c’è stata la corsa a votare il taglio dei parlamentari con il clamoroso voltafaccia del PD e dei Leu che, per tre volte, nei precedenti passaggi, avevano votato contro. Questa volta, però, c’è stato il ricatto grillino: o il taglio passa o il governo cade. Cosi abbiamo assistito all’imbarazzata dichiarazione di voto del presidente dei deputati dem Graziano Del Rio che ha detto che oggi dice sì perchè “si è accolto le nostre ragioni”, ma ha aggiunto: “Altra cosa è dire che questa legge è perfetta. Io, anche se oggi voto sì, non dirò che questa legge è perfetta. Bisogna migliorare ulteriormente il contorno.” Ed è un contorno -nuova legge elettorale entro dicembre, nuovi regolamenti di Camera e Senato, voto ai 18enni anche per Palazzo Madama ed altri aggiustamenti concordati dai capigruppo della maggioranza- tutti da venire e chi garantisce che si faranno ed il taglio rischia di rimanere pari pari quello che dem e Lu per tre volte non hanno votato. Ma cosa non si fa per rimanere al potere!
Comunque c’è anche chi, come Italia Viva, ha votato sì , ma -con Giachetti ha annunciato la raccolta di firma per chiedere il referendum: si può fare entro tre mesi dal varo odierno della riforma costituzionale. Che da 965 parlamentari ne ha salvati 200, 400 alla Camera e 200 al Senato con alcune regioni, ad esempio la Calabria, pesantemente penalizzate ed anche gli italiani all’estero perdono 4 deputati su 12 e 2 senatori su 6, una vera falcidia .
Ora Sgarbi sarà anche irrituale ed un pò sguaiato, ma nel suo intervento, nel quale ha accusato Grillo ed il M5S di aver violentato il Parlamento costringendo in 553 deputati a votare sì, con il clamoroso voltafaccia dem ed estrema sinistra, c’è molto di vero. Ed ha ragione un parlamentare dilungo corso e molta esperienza come Casini, che non gode della mia stima, a dire: “è solo demagogia. In questo modo i migliori escono.”
Sì, perchè se si tornasse al proporzionale d’antan spunterebbero di nuovo i i signori delle tessere, tornerebbe la spietata lotta per le preferenze, lotta ancor più dura per il taglio dei seggi e non ci sarebbe da meravigliarsi che le consorterie, le multinazionali, i grandi capitalisti avrebbero buon gioco nel finanziare chi è al loro servizio. La storia della nostra Repubblica non insegna proprio nulla ad una politica che populisticamente privilegia la demagogia. Sì Grillo può essere soddisfatto: ha perso milioni di voti, ma oggi ha vinto lui che, come diceva Casaleggio padre, vuol distruggere il Parlamento, non riformarlo: