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LE REGIONI VINCONO IL BRACCIO DI FERRO CON IL PREMIER : ALLENTATE LE MISURE DI SICUREZZA,MA
INAIL , COMITATI E TASK FORCE LANCIANO ALLARMI0E DE LUCA RIEVOCA TOTO DI “ARRANGIATEVI !”
Ognuno di noi ha la parte buona e quella che lo è meno, certo, non mi escludo da questo giudizio: io come tutti, credo, speriamo che la parte migliori di noi sia sempre quella superiore, però non è sempre così. Mi si perdoni se oggi credo proprio che a prevalere non sia proprio quella, dico di me: cosa si può fare se ormai non digerisco più i pistolotti serali di Conte che continua a sciacquettare, magari mentre consumiamo il pasto serale, il suo bla,bla quotidiano.
In queste righe scritte con lo spirito di informare voglio iniziare “rubando” le parole della senatrice Bernini Capo Gruppo al Senato di Forza Italia: “Se Conte fosse Mosè, al posto dei Dieci Comandamenti, avrebbe scritto i diecimila articoli”. Io, più prosaico traduco: “parole al vento che si disperdono in un oceano in burrasca”. Sto esagerando? Chissà!
Per nostra fortuna questa volta dalla parte opposta del tavolo c’erano i presidenti delle regioni che, a prescindere dal colore politico che rappresentano, hanno chiarito al signor presidente che loro conoscono il territorio, loro sono stati a sentire sindaci (coraggiosi e pavidi), loro hanno ascoltato le categorie interessate hai problemi del loro lavoro. Se avesse chiesto ai soloni della scienza di tirare su il sederino dalla poltrona e andare a visitare il territorio, a parlare con la gente, anziché raccontare stupidaggini, forse avrebbero capito che cinque metri quadrati per un asciugamano su una spiaggia rappresentano la grandezza della cretinaggine del cervello che lo ha proposto.
Per fortuna questa volta il premier Conte ha fatto marcia indietro dinnanzi al blocco dei governatori regionali che, anche sulla base delle richieste delle varie categorie ed al rischio di vere e proprie rivolte a partire dal Nord, chiedevano riaperture più ampie con regole diverse da quelle imposte da Inail e da Comitati, sottocomitati e task force. Così, dopo un durissimo braccio di ferro, le regole, contestate da tutte le categorie, sono state cambiate in corsa e dal distanziamento di 4 metri ai ristoranti, a tavola, al mare si è passati al vecchio 1 metro. Inoltre, come aveva chiesto Matteo Renzi, dal 3 giugno riapriremo non solo tra le nostre regioni, ma anche le frontiere con i Paesi dell’UE, Svizzera e Principato di Monaco con i turisti che verranno in Italia non dovranno fare quarantena. Un bel passo avanti anche perché rischiavamo di essere i più chiusi d’Europa con ulteriori gravi conseguenze per la nostra economia già disastrosa considerato che Austria, Germania, Francia e Svizzera avevano già riaperto le frontiere tra loro.
Probabilmente Conte s’è spaventato per la reazione del mondo produttivo alle regole decise dal governo con imprese e commercianti in estrema difficoltà tanto che solo 6 su 10 avrebbero riaperto e cifre sul 70% e più per cento tra i ristoranti, mentre non pochi alberghi sarebbero rimasti chiusi e tutto questo certo per regole ritenute inaccettabili, ma anche perché non arrivano gli aiuti richiesti a meno di non essere la nuova Fiat alla quale Banca Intesa ha subito dato 6 miliardi di euro richiesti con la garanzia del 70% da parte dello Stato. Nulla di irregolare intendiamoci anche se qualcuno ha storto la bocca ed ha scritto se sia giusto privilegiare chi la propria sede ha messo in Olanda , considerata un paradiso fiscale e con un governo decisamente anti-italiano, ed in Inghilterra che ha detto addio all’UE. C’è da dire, per la verità, che la Fiat in Italia da lavoro a centinaia di migliaia di persone e continua a farlo nonostante il governo non abbia fatto
-come richiesto da varie forze politiche- la rottamazione delle auto in modo da far recuperare alla nostra industria automobilistica i pesanti danni da coronavirus, ridando fiato a tutto l’indotto che assorbe molta mano d’opera. Ne ha ancora fatto, Conte, il provvedimento che oggi ha chiesto anche Silvio Berlusconi, appoggiando la Confindustria, ossia lo scudo penale per gli imprenditori, alcuni dei quali non riaprono le proprie attività perché penalmente e civilmente responsabili se un dipendente contrae il Covid-19 addirittura fuori dall’azienda. Né si è ancora pensato ad un altro scudo per il bancario che concede un prestito garantito dallo Stato e se il beneficiato non rimborsa è il bancario responsabile con il risultato che gli Istituti di Credito fanno lunghissime istruttorie prima di decidere se concedere o no quel prestito pur in tutto o in parte garantito dallo Stato.
Ora comprendo che la maggioranza parlamentare ha nei grillini, notoriamente nemici degli imprenditori e sostenitori di una illusoria “decrescita serena” o felice come aggiungono, una forte componente che blocca anche decisioni logiche come i due scudi e lo shock chiesto da Italia Viva con lo sblocco delle infrastrutture già finanziate con ben 72 miliardi , ma così non si può andare avanti com’è sbottato il ministro e capo delegazione dem Franceschini, ottenendo sostegno dal suo capogruppo alla Camera.
Conte, per cercare di sopravvivere a Palazzo Chigi qualche giorno in più, è come un equilibrista principiante su un filo lungo un abisso e concede tutto, suscitando l’allarme dell’Inail e dei vari comitati sanitari, anche se poi ha detto ai governatori: “ora parte la responsabilità delle Regioni, ma con una sorveglianza nazionale.” Una battuta, questa, che ha fatto dire al presidente della Campania De Luca: “c’è un crollo psicologico e politico che va dalle istituzioni ai singoli cittadini. Non ci sono più controlli, in Italia non controlla più nessuno”. E in proposito ha ricordato Totò che, in un famoso film, urlava da una finestra “arrangiatevi !”. Come dovranno arrangiarsi i malcapitati studenti della maturità costretti da una ministra che ha pervicacemente impedito di riaprire le scuole ed ha imposto un’ora di orale e niente scritto, ma davanti ai docenti, spero non al metro di distanza ora previsto e senza mascherine visto che si deve parlare. Lei, la ministra, è convinta che si troveranno i commissari in queste condizioni, auguriamoci che non nascano contagi perché, purtroppo, quell'”arrangiatevi” di Totò incombe su tutti noi e sui nostri studenti visto che l’Azzolina, a settembre, vuol far fare lezioni anche fuori dalla scuola. Sempreché a settembre non ci sia, come sarebbe auspicabile, un altro ministro dell’Istruzione.