Dice il segretario-premier, commentando il definitivo varo parlamentare della riforma costituzionale: ”ora l’Italia è il Paese più più stabile d’Europa”. Poi, pomposamente, aggiunge: “Siamo entrati nella Terza Repubblica”. Riferendosi, inoltre, al referendum confermativo d’ottobre. necessario per l’art. 138 della Costituzione perché la riforma non ha avuto i necessari due-terzi di voti in ambedue le Camere, ha trasformato quell’indispensabile appuntamento in un plebiscito nei suoi confronti, annunciando: “ad ottobre mi gioco tutto, se il referendum non passa andrò a casa”.
Più cauta un ‘esultante ministra Boschi che, in Tv, dopo gli abbracci e le congratulazioni di molti renziani od aspiranti tali, dichiara: “oggi godiamoci questo momento: è un giorno storico per un risultato storico. Poi penseremo al dopo”. E, per la verità, il “ dopo” non s’annunzia facile sia perché sono già scesi in campo, anche in piazza Montecitorio a manifestare mentre la maggioranza votava, gli esponenti del Comitato del “no” che annovera fior di costituzionalisti; sia perché la minoranza del Pd ha, sì, votato a favore della riforma, ma criticamente, cioè chiedendo, con una nota ufficiale firmata da Cuperlo, Speranza e Lo Giudice (a nome di tutte le componenti dell’opposizione interna) di riaprire “il capitolo della legge elettorale”. Tradotto dal politichese: cambiare profondamente l’Italicum con Renzi disposto, al massimo, a concedere piccoli ritocchi. Se bersaniani e dalemiani non otterranno quel che chiedono è evidente che il fronte del “no” vedrà schierati anche alcuni big dem sperando di sconfiggere definitivamente il segretario-premier forti della contrarietà, almeno oggi, di tutte le opposizioni parlamentari e delle modifiche avanzate anche dagli alfaniani.
Così, sulla carta, pare proprio che Renzi abbia imboccato una strada pericolosissima,ma è possibile che lui, estremamente furbo ed abile anche nei giochi partitici come dimostra la velocissima scalata sia al vertice del Pd sia a Palazzo Chigi, abbia commesso l’errore di infilarsi in un vicolo cieco? Credo proprio di no.
Innanzitutto, nella sua scelta di trasformare il referendum confermativo in un plebiscito parte in testa come gradimento tra gli italiani nei confronti dei vari leder e non è cosa da poco anche perché, da qui ad ottobre, può varare qualche provvedimento popolare, tipo quegli 80 euro alle pensioni minime, che gli farebbe aumentare i consensi. Aggiungete il martellamento, anche televisivo, partendo da una Rai ormai renzianizzata,ma probabilmente anche da altre tv, non escluderei persino una parte di Mediaset, sul dilemma: o Renzi o il caos; o Renzi o i vecchi partiti, o Renzi ed i grillini, in sostanza l’antipolitica e l’anti-Bruxelles materia prima per l’innovazione ed il cambiamento alla Leopolda sbandierato a tutti i livelli.
Se, come credo probabile, finirà anche per ritoccare proprio il ballottaggio dell’Italicum oggi riservato ad un partito, ampliandolo come chiede a gran voce anche Alfano e come piace anche alla sinistra dem, nell’illusione di una coalizione di centrosinistra, beh!, il gioco per il premier sarebbe proprio fatto. E non solo per la vittoria nel referendum, ma anche perché così avrebbe aperto un’autostrada per il Partito della Nazione che ricorda, a mio avviso, quel Patto del Nazareno, guarda caso citato criticamente, proprio nel dibattito di ieri sulle riforme dal capogruppo leghista alla Camera.
Tutto scritto, allora? Non ancora perché molto dipenderà dai venti esteri che si stanno contendendo il controllo del nostro Paese anche in termini di ingresso in accoglienti enti e industrie nostrane. Incideranno, inoltre e non poco, gli sviluppi negli Usa, lo scontro o l’incontro di ambienti decisivi non solo oltre-oceano, alcuni ben noti ad amici dei renziani. L’Italia è un Paese strategico, non dimentichiamolo, è una portaerei nel Mediterraneo, mentre oriundi italiani sono al potere o in posti di comando in importanti nazioni dell’America del Sud e hanno posizioni non secondarie negli States come ampiamente dimostrava il big della Corte Suprema Scalia , scomparso di recente per un infarto mentre era a caccia nel Texas. Voglio dire che i famosi poteri forti non possono ignorare il nostro Paese e se ne interessano anche troppo. Le loro iniziative, i loro interventi ,le loro azioni e le loro simpatie hanno infatti, spesso, il risultato di incidere anche sulla politica italiana , la storia lo dimostra.. Per questo sono sempre possibili sorprese .
Di certo c’è che le opposizioni, tra l’altro divise tra loro, in certi casi addirittura antitetiche, qualche volta agiscono in modo da fare un grande favore a Renzi come quando presentano mozioni di sfiducia che finiscono per rafforzarlo perchè costringono anche la sinistra dem ad appoggiarlo. In altri casi –e qui il discorso riguarda soprattutto Forza Italia– pare che nei momenti decisivi in realtà aiutino il premier.
Mi sorprende, inoltre, che politici navigati – e ve sono non pochi tra gli anti-renziani- non abbiano sollevato un problema di fondo: si vara una riforma costituzionale con una maggioranza parlamentare, figlia di una legge elettorale dichiarata anticostituzionale. Una maggioranza che, secondo insigni giuristi, presenta nell’Italicum sospetti di non aderenza al dettato costituzionale, mentre con il Senato ha fatto un gran pasticcio con il risultato di non semplificare le cose, oggi caratterizzata dal bicameralismo, e addirittura lasciando nel vago come si eleggeranno i cento componenti, consiglieri regionali e alcuni sindaci che avranno , comunque l’immunità parlamentare che potrà salvare quei senatori-consiglieri regionali inquisiti. Mi sembra un gran favore all’antipolitica come il fatto che i costi senatoriali diminueranno di poco e che addirittura sono stati nominati nuovi costosi dirigenti.
Credo, in sostanza , che se anche Renzi vincerà il referendum-plebiscito sarà, presto, costretto a riformare la riforma. Nulla di nuovo sotto il sole. Purtroppo
- Dimenticavo: ottobre, comunque, non è così vicino come ritiene la Boschi: da qui ad allora ci sono le elezioni amministrative, emerge il peggioramento della situazione economica, si celebrerà domenica il referendum sulle trivellazioni petrolifere in mare , osteggiate da vari presidenti di regione guarda caso in grande maggioranza del Pd e quasi tutti anti-renziani, con il segretario-premier che invita a disertare le urne, prendendosi gli indiretti rimbrotti addirittura del Presidente della Corte Costituzionale che, invece, dice a gran voce: andare a votare è un dovere. In sostanza molti eventi si possono verificare prima dell’ottobre , facendo saltare qualsiasi previsione.
A Ballarò un sondaggio di giornata non è stato esaltante per Renzi, sceso nella fiducia degli italiani al 29,5%, ossia per la prima volta sotto alla percentuale accreditata al Pd : 31%, mentre, ad esempio, è in crescita Forza Italia giunta al 13,5% quasi alla pari, ormai, della Lega (13.9%) sì che un eventuale centrodestra unito giungerebbe al 32,4 grazie al 5% di Fratelli d’Italia. Sono sondaggi è vero e c’è quell’oltre 33% di indecisi che possono cambiare, con il loro voto, le carte in tavola. Altro che Terza Repubblica anche perché la Seconda non è mai nata, qui siamo ancora agli strascichi della Prima. Il guaio, poi, è che molto non dipende da noi e, forse, nemmeno dai nostri politici. Ci rimane solo un’arma: il voto. Speriamo. almeno, di usarla e usarla bene.