SI FERMERA’ A ROMA IL TERREMOTO POLITICO?

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Se penso alla fine della prima repubblica mi viene l’emicrania. Chi ha superato la quarantina come il sottoscritto ha ricordi ben chiari di quei tempi. Allora il Paese era scandalizzato da quello che stavano combinando i partiti, si diceva che si era formato un “cartello” della tangente, si diceva che per ogni appalto di lavoro vi doveva essere una percentuale calendarizzata per la politica. Di Pietro, principale inquisitore di quella politica che poi lui ha abbracciato, crocifiggendo però prima i segretari di quei partiti che che sono stati oggetto e soggetto di “tangentopoli”.

Allora,. come dicevo, appunto, le dazioni di quei tempi si chiamavano tangenti e, almeno da quanto è emerso dalla colossale inchiesta giudiziaria, a pilotarle erano, fatto salvo eccezioni, i partiti che, nelle varie percentuali, ne beneficiavano attraverso le segreterie amministrative.

Non entro nel merito dell’uso che questi beneficiari ne facevano. Tangentopoli ha scoperchiato una pentola in piena ebollizione, distruggendone, in parte, il contenuto, i cattivi si sono trascinati anche quelli buoni e si è dato corso alla seconda repubblica e, se non fosse stato per quel Berlusconi, conosciuto per la sua impresa televisiva, la “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto sarebbe stata ancora ad imperversare sul nostro suolo patrio.

Poi. con la seconda repubblica, sparita la Democrazia Cristiana, maggior partito e maggior accusato, assieme al PSI di Craxi, grande accusato, sono cambiati i personaggi e, purtroppo, anche il metodo: le tangenti sono diventate mazzette ed anzichè andare nelle casse dei partiti, ai quali nel frattempo era arrivato il finanziamento pubblico, finivano nelle tasche di politici e fiancheggiatori con pochi scrupoli, tutti ne erano a conoscenza ma ce lo facevano passare per un fenomeno limitato, anche quando è emerso lo scandalo Penati ci avrebbero voluto far credere che il mariuolo era lui e solo lui. ma ecco che i problemi sono diventati un po più grandi, è saltato fuori alla grande che nei lavori dell’Expo schizzavano “mazzette” da tutte le parti, per non dire della speculazione illegale dell’acqua alta a Venezia, alla fine siamo arrivati alla Capitale.

E’ un terremoto quello che sconvolge la politica romana, ma rischia di estendersi a livello nazionale anche perché pare l’annuncio di un’offensiva giudiziaria più pesante di tangentopoli. Questa volta, infatti, coinvolge destra e sinistra, quella sinistra che era stata “salvata” da “Mani Pulite” per aprirle il potere, poi bloccatole, come dicevo pocanzi, dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi. Inoltre, compaiono, insieme politici, dirigenti, funzionari, ex-terroristi e malavita che rievoca la famigerata banda della Magliana, quella capace di ispirare perfino un film ed uno sceneggiato di successo.

Sui mass media compare la parola mafia, ma è usata in senso lato, nessun collegamento con quella siciliana, almeno così pare, tuttavia fa impressione le persone al momento coinvolte: 37 arrestati e mille indagati, ma i magistrati romani non si fermeranno qui. Come non si fermeranno i loro colleghi degli scandali Expo di Milano, Mose di Venezia e via dicendo, inchieste d’ogni tipo, dentro politici, dirigenti, funzionari e un po’ di criminalità, aggiungete tutti i processi che coinvolgono moli consiglieri regionali d’ogni colore e d’ogni area d’Italia ed avrete il desolante e disperante quadro d’un Paese che raggiunge record in fatto di corruzione . E dove l’evasione fiscale è al top, “non c’è più coesione sociale, il ceto medio è corroso” – come avverte il Censis- 60 cittadini su cento hanno paura della povertà e i disordini nelle periferie sono all’ordine del giorno. Se si considerano, inoltre, i dati economico-sociali estremamente negativi, il premier Renzi, che tante speranze aveva suscitato, costretto a fare i conti con la dura realtà oltreché con coloro che definisce gufi e sono i molti che lucrano rendite di posizione, ossia parassitarie, un premier sceso in 5 mesi dal 70% di gradimento al 48% avrete la riprova di una situazione-paese sempre più allarmante.

Siamo su un pericoloso crinale, non è facile rimanervi nel precario equilibrio accentuato dai nuovi scandali. Da una parte c’è la ripresa, direi la ricostruzione, cioè un nuovo sistema fondato su quattro pilastri (tecnologia, finanza sociale, spiritualità. Integrazione etnica); dall’altra il baratro, con il tutti contro tutti, con la violenza. C’è da augurarsi che i famosi poteri forti, che stanno distruggendo il vecchio, logoro, inadeguato sistema, non vogliano il caos, la totale distruzione, ma un vero rinnovamento con una graduale ripresa. Propendo per la seconda ipotesi, credo possa essere la più probabile. Almeno lo spero.

giustus