AD ABBATTERE L’ULTIMO OSTACOLO TOCCA A MONTI

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Non sono mai stato un sostenitore di Monti e non lo sarò in futuro, ciò non toglie che questa mia, diciamo, antipatia per il professore mi impedisca di esprimere alcune mie idee su quella che ritengo sia l’evoluzione politica dei prossimi giorni.

In tempi non sospetti, nello scorso settembre, scrivevo sul mio blog:I professori, almeno ai tempi in cui la politica era una cosa seria, praticata da personalità di grande spessore, venivano chiamati a dare la loro illuminata consulenza, e poiché  su uno stesso problema la visione difficilmente collimava, il politico aveva la possibilità di trovare la giusta soluzione prendendo quanto di buono poteva trarre dalle proposte che gli venivano sottoposte, scartando il resto”. Approfondendo la mia analisi sulle varie possibilità, sulle diverse soluzioni per la fine legislatura, arrivavo alla conclusione: “Stando a quanto offre il panorama politico, senza dare nulla per scontato, che, che se dica, le alternative a Monti sono molto deboli. In uno stato di crisi globale come quello che si sta attraversando, non si intravvedono altre possibili soluzioni: nessuno dei leaders dei partiti concorrenti dispone di quei presupposti, indispensabili nella situazione a venire”. “Bersani vorrebbe ma, con quali presupposti? Ipotizziamo che abbia un risultato elettorale favorevole, con quali risorse affronterebbe quelle riforme sociali cui va sbandierando da sempre? La soluzione sarebbe aumentare le tasse, oppure aumentare il debito pubblico. La Comunità Europea manterrebbe il suo sostegno così faticosamente ottenuto da Monti? E se le elezioni le vincesse il PdL, Berlusconi potrebbe governare abbassando la pressione fiscale? Senza tener conto che il suo nome non è certo una garanzia per l’Europa.

Se Berlusconi vincesse le elezioni, cosa non improbabile con lui esposto in prima persona, dovrebbe essere lui stesso a proporre un Monti-bis, magari con una impronta più politica di quanto non lo sia ora, con ministri d’area. Politicamente sarebbe la mossa più azzeccata in quanto, con questa mossa renderebbe inevitabile la coalizione con Casini formando così un centro-destra solido al quale non potrebbe mancare l’appoggio dell’ultimo Napolitano e, forse, quella stessa coalizione potrebbe attrarre anche una sinistra depurata dalla sua estrema”.

A distanza di due mesi le cose sono arrivate al punto sopra descritto: c’è una variante. Rimango ancora nella mia convinzione che Berlusconi avrebbe potuto vincere le elezioni se si fosse deciso prima a dare la sua disponibilità alla candidatura al premierato o anche se avesse accettato di mettersi in gioco nelle primarie. Comunque, con i condizionali e con i se ed i ma, non si va da nessuna parte. Monti ha il pallino in mano e sta a lui decidere cosa vuol fare se mettersi nelle mani di Bersani, magari accettando qualche promessa che difficilmente verrà mantenuta, o mettersi a capo di un governo che avrebbe l’appoggio di tutta l’ala moderata, di una parte del PD che alla fine si scrollerebbe di dosso il peso di Vendola, dell’Europa ed oltre.  Ben si comprendono le resistenze di Monti, chi non le avrebbe? Berlusconi è abbastanza ingombrante, nessuno può disconoscerlo, ma, così come stanno le cose, forse parlare chiaro e dire apertamente che la sua accettazione è condizionata dalla uscita di scena del Cavaliere, credo sia la soluzione migliore. All’interno del PdL si è ormai creata la fronda contro il capo, e, poiché Berlusconi è persona intelligente, piuttosto che rimanere solo all’attacco come il famosissimo generale Custer, decida di ritirarsi a vita privata e godersi la sua meritata ‘pensione’ d’oro. Potrebbe farlo come gesto nobile nei confronti del suo Paese, per il partito che ha fondato e verso l’amico sempre stimato prof. Mario Monti.

 

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