Per la sinistra Dem gli scogli di Renzi

Standard

Il “giugno terribile” di Matteo Renzi, anticipato dai sussurri e grida d’Oltreoceano, si è concluso con la partenza della “caccia al Royal Baby” come l’ha definita Giuliano Ferrara sul “Foglio”. Lo confermano a denti stretti, cioè tra il dire e non dire, i renziani, mettendo insieme, come ha indicato il “Corriere della Sera”, Corte Costituzionale, i vari Tar e le Procure. Queste ultime, in particolare, starebbero portando avanti il “tentativo di associare l’illegalità al governo”, mirando soprattutto – è la tesi di Gianfranco Rotondi ex-dc, oggi deputato forzista – “a quel ramo del Parlamento (il Senato ndr) dove la maggioranza di governo regge per pochi voti. “Il riferimerimento alla richiesta dell’arresto per ben tre senatori Ncd. due addirittura sottosegretari, mi pare evidente. Da qui la conclusione tranchant di Rotondi, dalle simpatie renziane: “Si chiama golpe, ma non lo si può dire”. Su questa linea Fabrizio Cicchitto, Nuovo Centro Destra, l’anello più debole della maggioranza governativa: “sembra di stare come a Dresda”, riferimento ai  bombardamenti a tappeto fatti dagli Alleati nella seconda guerra mondiale con una strage nella città tedesca. E significatamente ha aggiunto: “inusitati interventi della magistratura” stanno determinando “un processo di destrutturazione della maggioranza, pezzo per pezzo”. Di fatto, per alcuni renziani, saremmo alla ripetizione del clima vissuto con “Tangentopoli” che spazzò via un’intersa classe dirigente.

Ovviamente lascio a loro la responsabilità di certe affermazioni e mi pare forzata la teoria complottista a fronte dei troppi casi di illegalità e corruzione. Né esiste alcun paragone con “Tangentopoli perché quella classe dirigente spazzata via risultò, poi, in gran parte innocente e alcuni big del famoso pool “mani pulite” scesero addirittura in campo politico ad iniziare dal più famoso Antonio Di Pietro, divenuto capo di un partito da lui fondato.

Qualche forzatura da parte di alcuni PM può anche esistere come vari esempi dimostrano, ma certe intercettazioni sono talmente chiare ed esplicite nel dimostrare il malaffare e i politici corrotti al punto che il presidente della cooperativa rossa al centro di “Mafia Capitale”, ossia il Buzzi, ha potuto dire ai magistrati durante un interrogatorio: “mi fermo qui, altrimenti cade il governo.”

Sia chiaro Matteo Renzi non ha responsabilità negli scandali ed ha agito bene imponendo, ad esempio, al presidente Pd della Regione Basilicata di mandare a casa tutti gli assessori inquisiti e nominare una nuova giunta e, indirettamente, il sindaco di Roma Marino, che ha avuto un malore ed è stato ricoverato in ospedale e che, certo, è onesto, ma al quale anche parte del Pd chiede di dimettersi per l’incapacità di governare la Capitale ed una situazione che mostra inquinamenti a più livelli e richiede il bisturi ed una totale discontinuità.

Certo, al premier qualche sospetto è indubbiamente venuto su una possibile ritorsione nei suoi confronti di alcuni Pm. E appare singolare anche il nuovo accanimento giudiziario nei confronti di Silvio Berlusconi, dopo la disponibilità a rivotare le riforme purchè lievemente modificate e l’impressione di una possibile sostituzione di NCD, nel caso crollasse, all’interno della maggioranza di governo in una fase così difficile per il Paese. E’ parso quasi un monito a dirgli: stai da parte e non appoggiare Renzi.

Comunque sia la spada di Damocle degli interventi della magistratura pesa sul governo che deve anche superare lo scoglio dei Dico, ossia la legge che consente le unioni civili , quindi anche tra le coppie gay, legge fortemente ostacolata dal Nuovo Centro Destra e contro la quale si sono, recentemente, radunate a Roma tante persone, un milione o giù di lì. Una legge,però, che Renzi ed i suoi sostengono a spada tratta e che è addirittura giudicata insufficiente dalle organizzazioni gay dopochè la Corte Suprema Usa ha consentito, con una sentenza 5 a 4 i matrimoni tra le coppie gay. Risultato, questo, grazie al voto di un componente la Corte considerato conservatore ( era stato nominato da Regan), il quale ha detto sì con la singolare motivazione che lui è per la famiglia e,quindi, anche con il matrimonio gay si creano famiglie: Sì, proprio così, facendo irritare fortemente un suo collega, l’oriundo siciliano Scalia, che ha parlato, invece, di distruzione della famiglia.

Il provvedimento ora all’esame del Senato è avanzato perchè consente anche l’adozione del figlio o figli di una delle componenti della coppia gay, ma non prevede il matrimonio. Siamo alla ripetizione dei Dico, sui quali cadde, nel 2007, il governo Prodi. Renzi è sicuro di farcela, sia perché c’è l’entusiastica adesione della sinistra dem, che è all’offensiva su tutto, compresa la riforma costituzionale ed ha ritrovato l’unità tra Speranza (Bersani) e Cuperlo (D’Alema), sia perchè spera nei voti dei grillini e di Sel tra le opposizioni in sostituzione di quelli del Ncd. Ma non sarebbe un cambio di maggioranza ? Ed Alfano, così netto nel dire no alla legge, accetterebbe di rimanere al governo?

Non c’è bisogno di scomodare i posteri per l’ardua sentenza: Sarà, infatti, sufficiente attendere il voto al Senato per verificare se la coerenza e la fedeltà ai valori professati valgono più di una poltrona governativa.